/ Cultura

Cultura | 27 maggio 2023, 10:40

Editoria & Giardini, a Villa Giulia la mostra fotografica 'Salvatico è colui che si salva'

L'esposizione curata da Maria Sabina Berra sarà visibile dal 27 maggio al 4 giugno (dal 5 al 18 giugno a Casa Ceretti)

Editoria & Giardini, a Villa Giulia la mostra fotografica 'Salvatico è colui che si salva'

La relazione tra l’uomo e la natura è in fiamme e anche quella tra l’uomo e il suo io profondo. Un pensiero su cui fermarsi a riflettere al là di là di facili certezze. Ci prova la mostra Salvatico è colui che si salva che si terrà a Villa Giulia a Verbania Pallanza dal 27 maggio al 4 giugno (dal 5 al 18 giugno a Casa Ceretti).

Il titolo è una frase attribuita a Leonardo da Vinci. Una delle possibili letture afferma la necessità, fondamentale per la nostra sopravvivenza, di tenere vivo il dialogo con la natura fuori di noi e quella dentro di noi: il nostro io profondo, dove si annida l’ “élan vital”.

Salvatico, in senso letterale, è l’uomo della “selva”, non la foresta in senso stretto, ma il luogo selvaggio dove la natura è se stessa e conserva la sua forza. La selva è anche quella oscura di Dante, il luogo dell’inconscio verso il quale mantenere l’indagine continua. L’essere “salvatici ci salva” dall'ammansimento, che è involuzione di un pensiero libero. Nulla di nuovo: il progetto di conoscenza su cui per secoli si è basata la relazione tra l’essere umano e il mondo è stato rappresentato attraverso l’immagine della natura come codice.

E allora in accordo con Giordano Bruno per cui “Pensare è speculare per immagini” ho scelto, forse con azzardo, di indagare questi temi con la forza della fotografia. Infatti, un pensiero è parte di una storia da scrivere e l’immagine è l’iconografia di un mondo che non c’era”, spiega la curatrice Maria Sabina Berra.

Diversi fotografi di diverse generazioni e orientamento stilistico, spaziano in diversi ambiti concettuali per un’indagine fotografica sulla natura tra documentazione e interpretazione con una selezione di fotografie combinate al fine di costruire una nuova narrazione in grado di riattivare nuovi significati.

L’esposizione vuole esprimere la complessità del linguaggio fotografico fondandola sulla tensione semantica che sorge nell’accostare lavori messi a punto per scopi differenti. Si tratta di un percorso che si snoda dalle foto leggendarie di Leo Matiz (1917-1998), fotografo colombiano della regione di Aracataca in Colombia, dove nacque. La cittadina persa tra le pianure della costa caraibica, che è diventata la mitica Macondo, dello scrittore Gabriel García Márquez. Scatti di un immenso talento che ci regalano la dignità e la fierezza degli abitanti e del loro rapporto di scambio e rispetto della natura. Si aggiungono le foto di Charles Fréger, il risultato di viaggi in cui ha attraversato l'Europa da nord a sud, dalla Finlandia al Portogallo, passando per Romania, Germania e Slovenia, alla ricerca della figura del selvaggio come sopravvive nelle tradizioni popolari locali.

Pentti Sammallahti, figura rappresentativa della fotografia finlandese contemporanea presenta nel suo lavoro unisce una straordinaria sensibilità verso gli animali.

Fulvio Orsenigo è un fotografo di architettura e paesaggio. Da sempre interessato alle strutture profonde che sottendono le forme, vede nel mezzo fotografico lo strumento per indagare i processi percettivi che modellano il nostro mondo, non importa se naturale o artificiale, e per misurare la discrepanza tra ciò che effettivamente vediamo e ciò che pensiamo di vedere.

Natale Zoppis di Verbania ha sviluppato un articolato percorso di ricerca che ha come base memoria e materia, dove utilizza procedimenti e materiali estranei al processo fotografico tradizionale, contaminandolo con decostruzioni, collages, coloriture manuali, lacerazioni del supporto polaroid, fotocopie, corde, cartoni e graffe metalliche. Nell’ambito dei reportage si può inserire il progetto in mostra di Alessandro Imbriaco (quinto italiano a ricevere lo European Publishers Award for Photography nel corso delle sue venti edizioni), nasce da una serie sulla quale il fotografo ha lavorato per diversi anni studiando le realtà abitative provvisorie degli immigrati, e in generale dei poveri, ai margini delle città italiane.

Sempre nella sezione dedicata al reportage Riccardo Venturi, fotografo di fama internazionale, è all'agenzia Contrasto dal 2011 porta uno scatto di fotoreportage rubato a chi fa Parkour a Parigi. Isabella Balena da sempre attenta e interessata ai problemi sociali ha scelto il fotogiornalismo come sua espressione di vita, dopo essere stata assistente di Gabriele Basilico porta uno dei suoi ultimi reportage sugli emigrati della Rotta Balcanica. Allo stesso modo Bruna Orlandi fotoreporter per anni in Palestina, porta un suo scatto sui profughi a Ceuta.

L'organizzazione ringrazia la Galleria del Cembalo di Roma, la Leo Matiz Foundation e Alejandra Matiz.




C.S.

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A SETTEMBRE?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.
Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore