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Verbania | 04 ottobre 2025, 10:45

La Quercia Monumentale: un simbolo di etica e cura ai Giardini di Villa Taranto

Oltre 30mila euro e un complesso intervento di consolidamento per salvaguardare l’esemplare secolare che dal 1939 accoglie i visitatori del celebre giardino botanico di Verbania

Custodire un patrimonio naturale non significa soltanto renderlo fruibile al pubblico, ma prendersene cura con dedizione e responsabilità. È questo lo spirito che anima i Giardini di Villa Taranto, uno dei poli botanici più prestigiosi d’Europa, dove recentemente si è concluso un intervento imponente per mettere in sicurezza la Quercia monumentale che dal 1939 domina l’ingresso del parco.

Si è trattato di un’operazione delicata e onerosa: oltre 30mila euro di spesa, 16 punti di consolidamento e circa 100 metri di cavo per sostenere una pianta dal peso di diverse tonnellate. Il tutto reso necessario da alcuni cedimenti preoccupanti rilevati all’inizio dell’estate, affrontati con tempestività dal responsabile botanico Fabrizio Butté insieme al team di giardinieri del giardino.

Un gesto di etica e di rispetto

L’Ente botanico ha voluto raccontare i dettagli di questo lavoro non solo per testimoniare la complessità tecnica dell’intervento, ma soprattutto per ribadire la propria etica ambientale. Preservare la Quercia, invece di optare per soluzioni drastiche e più semplici, è la prova di un approccio che mette al centro la vita del giardino come bene comune.
Non è un caso che dal 2015 i Giardini abbiano scelto di non utilizzare fitofarmaci, privilegiando metodi naturali e sostenibili. Una decisione che, unita a scelte coraggiose come quella appena compiuta, dimostra l’impegno costante per mantenere il parco all’altezza della sua storia e bellezza.

La storia della Quercia e le criticità

Negli ultimi anni la Quercia ha mostrato segni di fragilità:

2012: un fortunale danneggiò alcune branche, già allora consolidate con tensionatori.

2023: fu necessario installare tre pali di sostegno a causa di una fessurazione centrale.

2024: nuove crepe, larghe fino a dieci centimetri, hanno imposto un ulteriore intervento urgente, preceduto da un sopralluogo congiunto di Regione Piemonte, Comune di Verbania, Soprintendenza, Carabinieri forestali, Ministero dell’Agricoltura e Ipla.

La complessità del caso ha richiesto un’azione condivisa e una strategia conservativa, mirata a garantire sicurezza per i visitatori senza compromettere l’integrità della pianta.

Il metodo di lavoro: “è la pianta a decidere”

Come spiegato nella relazione ufficiale del botanico Fabrizio Butté, l’intervento è stato concepito secondo un principio guida: “è la pianta a decidere”.
Le operazioni hanno previsto:

Potatura minima, evitando capitozzature, per conservare l’estetica naturale della chioma.

Tagli di ritorno mirati ad alleggerire solo le branche principali.

Sistema di tensionatori adattato alle caratteristiche della pianta, integrando i sostegni già presenti.

Monitoraggio costante delle fratture con telemetro laser, in grado di misurare le forze in gioco e rilevare eventuali variazioni in tempo reale.

La delicatezza delle manovre è stata tale da evidenziare persino la deformazione di una putrella metallica, segno della potenza delle sollecitazioni interne alla pianta.

Redazione

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