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Attualità | 15 luglio 2025, 12:30

Critiche per la Pastasciutta Antifascista, Berio: "Non una parola da temere, ma il fondamento della nostra democrazia"

Il sindaco di Omegna: "Il fatto che il termine assuma per qualcuno una connotazione negativa deve farci riflettere. La Costituzione non appartiene a una parte politica"

Critiche per la Pastasciutta Antifascista, Berio: "Non una parola da temere, ma il fondamento della nostra democrazia"

Si è parlato molto, nei giorni scorsi, della Pastasciutta Antifascista, evento pubblicizzato anche sulle locandine del comune di Omegna. Un evento che viene celebrato in tutto il Paese per ricordare un momento simbolico della nostra storia: il pranzo offerto dalla famiglia Cervi alla popolazione di Campegine il 25 luglio 1943, per festeggiare la caduta del fascismo. 

"Fu un gesto semplice ma potente, carico di un significato ancora più profondo poiché i fratelli Cervi vennero fucilati pochi mesi dopo, il 28 dicembre 1943. Il loro sacrificio, insieme a quello di tante donne e uomini che hanno lottato per la libertà - spiega il sindaco di Omegna Daniele Berio - fa parte di un patrimonio civile e morale che non possiamo dimenticare, né tantomeno banalizzare. Nei giorni scorsi sono comparsi sui social commenti riguardanti l’iniziativa del 26 luglio che fanno riflettere, anche se si tratta di voci isolate. Il fatto che il termine antifascista susciti a qualcuno una sorta di “reazione allergica” - quasi avesse assunto una connotazione negativa – è una circostanza sulla quale, come comunità, ci dobbiamo interrogare, o forse chiarire: perché “antifascista” non è una parolaccia, è la parola da cui è ripartita l’Italia. Come prima cosa, vale la pena di ricordare che la nostra democrazia si fonda su una Costituzione che è intrinsecamente antifascista, perché antifascisti sono i principi fondamentali che esprime nella sua impalcatura istituzionale, nei suoi valori antitetici rispetto a quelli proclamati o praticati dal fascismo, nella sua visione della persona e delle libertà. La nostra Carta costituzionale non è il frutto di un’ideologia, ma di un patto ampio e trasversale, che ha unito cattolici, liberali, socialisti e repubblicani: pertanto, l’antifascismo non è un manifesto ideologico, ma il fondamento condiviso della nostra democrazia, l’insieme dei valori su cui abbiamo rifondato il Paese. Non si tratta di opinioni ma di fatti: pertanto a chi - semplificando grossolanamente una realtà storica articolata - propone fantasiose iniziative “anticomuniste” in risposta alla Pastasciutta del 26 luglio, vorrei far notare che l’equazione è sbagliata perché “antifascista” non è sinonimo di “comunista”. 

E in risposta alla facile ironia, vorrei precisare che la” Pastasciutta antifascista” non aspira alla palma di evento clou della stagione, ma ambisce a qualcosa di più importante. L’inserimento di questo appuntamento nel calendario degli eventi di luglio è frutto di una scelta ben precisa: in un’epoca in cui risorgono autoritarismi, intolleranza e odio, iniziative come questa appaiono quantomai necessarie per condividere l’idea che l’antifascismo non appartiene a una parte politica: appartiene alla Repubblica, e difenderlo oggi non significa guardare al passato, ma prendersi cura del presente e del futuro, e scongiurare il rischio (sempre permanente) di involuzione del sistema democratico costituzionale. La Pastasciutta Antifascista del 26 luglio è quindi una festa della democrazia, aperta a chiunque – indipendentemente dalla fede politica – si senta parte di una comunità che ha scelto la libertà contro l’oppressione e la democrazia contro la dittatura, e intende conservarle anche per il futuro. Parteciparvi è una scelta, ma rispettarne il significato è un dovere civico. Io parteciperò convintamente, per ricordare i fratelli Cervi e per riaffermare l’attualità e la vitalità dei valori antifascisti su cui si fonda la nostra storia, la nostra Repubblica e la nostra Costituzione”, conclude Berio.

Daniele Piovera

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