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Eventi | 16 settembre 2025, 17:35

Torna il Bettelmatt: il formaggio d’alpe che racconta l’Alta Ossola

Prodotto in edizione limitata sopra i 2200 metri, l’eccellenza casearia sarà protagonista a Crampiolo e Crodo con le marchiature pubbliche

È pronto anche quest’anno il Bettelmatt, il celebre formaggio d’alpeggio dell’Alta Ossola, simbolo di un legame indissolubile tra l’uomo, la montagna e la tradizione. Un prodotto raro e prezioso, che nasce soltanto oltre i 2200 metri di quota in pochi alpeggi selezionati, grazie alla qualità dei pascoli, all’acqua cristallina delle sorgenti e all’esperienza dei casari.

A raccontarlo è Secondino Matli, 85 anni, che da quando ne aveva 18 continua a salire ogni estate all’Alpe Forno insieme ai figli Gianni e Piero e ai nipoti: «Il segreto è semplice: il latte delle vacche che pascolano in quota, tra erbe rare come la mutellina, unito alla mano del casaro e al rispetto dei tempi della natura. Quando sono lassù, ringrazio con la mia armonica per i doni che il creato ci offre: la salute e, soprattutto, la famiglia».

Una produzione che non delude

«È stata un’ottima stagione, ricca e soddisfacente» spiega Silvano Matli, presidente dell’Associazione Produttori Bettelmatt, che riunisce e tutela chi porta avanti questa tradizione casearia. «Mettiamo sempre il massimo impegno e la passione per non deludere mai chi ama questo formaggio. Per questo vi invitiamo ai due appuntamenti di marchiatura pubblica: il 21 settembre a Crampiolo, durante la festa degli alpigiani Scarghè, e il 5 ottobre a Crodo con l’evento Biancolatte

Ogni forma di Bettelmatt è garantita dall’Unione Montana Alta Ossola, ente proprietario del marchio e garante dell’originalità del prodotto, che distribuisce anche le vetrofanie ufficiali ai rivenditori autorizzati.

I protagonisti del Bettelmatt

Sono otto i produttori che ogni anno rendono possibile la magia del Bettelmatt. Tra Baceno, Formazza e Premia operano gli alpeggiatori Gianni e Silvano Matli all’Alpe Forno, i fratelli Pennati all’Alpe Vannino, Massimo Bernardini all’Alpe Kastel, Fausto Bracchi all’Alpe Pojala, Adolfo Olzeri all’Alpe Sangiatto, Corrado Sandretti tra Morasco e Bettelmatt e Gabriele Scilligo tra Toggia e Regina. Otto nomi che custodiscono con dedizione una tradizione unica, fatta di lavoro duro, passione e rispetto della montagna.

Redazione

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