Si è conclusa sabato 26 luglio a Malesco, nel cuore della Valle Vigezzo, la venticinquesima edizione di Malescorto, il Festival Internazionale dei Cortometraggi che da un quarto di secolo si afferma come appuntamento di riferimento per il mondo del cortometraggio a livello nazionale e mondiale. Quest’anno il Festival ha registrato un’affluenza crescente di spettatori nelle serate di proiezione, confermando l’interesse del pubblico per il cinema breve.
I cortometraggi vincitori
La Giuria Tecnica ha assegnato il Gran Premio Malescorto 2025 al corto Deep in my heart is a song (Nel profondo del mio cuore c’è una canzone) del regista americano Jonathan Pickett. Un film esemplare per forza narrativa, originalità e utilizzo maturo degli elementi audiovisivi, privo di forzature retoriche. Girato nelle pianure desertiche dell’Arizona, tra paesaggi evocativi e atmosfere intense, il cortometraggio prende spunto da una vicenda realmente accaduta, raccontata dal protagonista Johnny Bencomo, un cowboy singer di poche parole ma di grande presenza scenica. Un toccante racconto intimista che celebra la poesia e la generosità del cuore umano come rimedi laici alle tragedie della vita, accompagnato dalle note dello stesso protagonista. Il suo successo è stato confermato anche dagli spettatori in sala, ricevendo il maggior numero di preferenze del pubblico.
Il Premio “TrasmettereArchitettura”, sostenuto dall’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori delle province di Novara e VCO, è stato assegnato allo spagnolo Azul meteoro (Blu meteorite) di Marta Guillén. Un’opera che incanta per la sua poesia visiva e la delicatezza con cui racconta l'incontro fra due solitudini: quelle di Nilo e Atenea. Le ambientazioni diventano palpabili protagoniste, simboli architettonici di un viaggio interiore condiviso. Tra dialoghi e domande esistenziali, la tensione emotiva cresce parallelamente all'esplorazione dei luoghi, trasformando lo spazio in specchio delle loro paure, speranze e desideri.
Il Premio “Associazione Musei dell’Ossola”, offerto dall’omonima associazione nell’ambito del progetto Interreg Di-segnare, ha visto trionfare Les lucioles (Le lucciole), un cortometraggio d’animazione francese di Mathieu Staropoli, Maïa Xueref, Clémentine Gabard, Ambre Fournier, Loïs Angilella, Léa Faynel, Hannah Gozlan, Emilie Richard e Claire Represa. Il film, ambientato in Francia negli anni Trenta, tratta la storia di alcune operaie impiegate tra le fatiche e i pericoli dell’industria dell’epoca. È un'opera breve ma potente, capace di riportare alla luce una pagina dimenticata della storia del lavoro femminile. Non è solo una denuncia sociale, ma anche un omaggio alla resilienza silenziosa di tante donne il cui sacrificio è stato ignorato per decenni. Un piccolo capolavoro animato, che riesce a scuotere lo spettatore con la sola forza della memoria.
Il Premio del Pubblico Il pubblico in sala ha premiato il cortometraggio irlandese Room taken (Stanza occupata) di Tj O’Grady Peyton, con un punteggio di 3.71 su 4. Molto apprezzati anche il cortometraggio statunitense Deep in my heart is a song (Nel mio cuore c’è una canzone) di Jonathan Pickett con una media di 3.56 punti e il francese Le dérapage (Lo scivolone) di Aurélien Laplace con un punteggio medio di 3.46 punti. In questa edizione sono stati più di 500 gli spettatori votanti, confermando l’interesse alla partecipazione attiva e al confronto con la Direzione Artistica.
Le menzioni speciali Tre le menzioni speciali assegnate quest’anno, che riconoscono l’eterogeneità e la qualità delle opere selezionate dalla Direzione Artistica. Cartagène, cortometraggio francese d’animazione realizzato da alcuni studenti dell’ESMA, colpisce per la raffinatezza tecnica e l’originalità visiva: un viaggio tra memoria e affetti che, attraverso uno stile “fumettato” e un sapiente uso della computer grafica, ricrea l’atmosfera sbiadita dei vecchi nastri magnetici per raccontare il legame tra un bambino e suo nonno. Dalla Nuova Zelanda arriva invece Rochelle, del regista Tom Furniss, che si distingue per la forza della sceneggiatura e la qualità della regia e capace di alternare con equilibrio dramma e tenerezza. L’interpretazione intensa e sorprendente di Benjamin Sawyer, guida lo spettatore in un racconto di amicizia e trasformazione emotiva. L’Italia è rappresentata da Fucking boobs e Mani a terra, firmato dal regista Paolo Cipolletta: una storia intima e poetica che, attraverso il legame tra due giovani affetti dalla sindrome di Tourette, affronta con delicatezza temi come l’isolamento, la comprensione e la scoperta di sé, restituendo un’immagine viva e non convenzionale della Napoli contemporanea.
Un’edizione da ricordare
Oltre all’indiscutibile qualità dei corti proiettati in sala, Malescorto 2025 si è distinto per la sua capacità di rinnovarsi, celebrando i suoi primi 25 anni con opere cinematografiche da ogni parte del mondo, un rebranding moderno e una partecipazione del pubblico in costante crescita.
Il Festival riconferma il suo impegno a sostenere la cultura cinematografica, promuovendo iniziative capaci di raccontare storie diverse e allo stesso tempo di avvicinare le nuove generazioni al linguaggio del cinema breve. Oltre alla settimana di Festival appena conclusa, Malescorto Spin-Off promuove una serie di attività parallele durante l’anno, anche grazie ad una solida e proficua rete di collaborazioni sul territorio.
Il team di Malescorto ringrazia il pubblico, i registi e i professionisti del settore audiovisivo, i giurati, i partner e le istituzioni che hanno reso possibile questa straordinaria edizione e dà appuntamento al 2026 per un nuovo capitolo di cinema, emozioni e storie da raccontare.