/ Attualità

Attualità | 22 febbraio 2023, 12:00

Filippo Ardizzi: volto amico per i rifugiati ucraini nel Cusio

Il direttore di Casa Mantegazza: "Sono stati mesi tosti, in primis dal punto di vista umano. Purtroppo la guerra non è finita, dobbiamo continuare a pensare ad accoglienza e integrazione”

Filippo Ardizzi: volto amico per i rifugiati ucraini nel Cusio

Ha vissuto per giorni, da fine febbraio a fine aprile, nella fase più acuta e difficile dell'emergenza rifugiati, con il telefono sempre in mano o all'orecchio. Insieme al Ciss del Cusio, Filippo Ardizzi, direttore di Casa Mantegazza e uomo della Caritas, è stato il volto amico per decine di persone che  avevano lasciato casa, affetti e perso tutto. Il punto di riferimento, la persona cui affidarsi e nella quale confidare. 

E lui ha sempre risposto presente, facendosi in quattro con una grande capacità di ascolto e di risolverli i problemi. "Non è stato facile, lo ammetto. Sono stati mesi tosti, in primis dal punto di vista umano: quando ti si presentano davanti donne e bambini senza più nulla, lontani dalla loro casa, ti si spezza il cuore” le parole di Ardizzi quando riavvolge il nastro di questo anno terribile e orribile per l'Europa.

"Voglio evidenziare, fin da subito, la straordinaria rete solidale che si è creata: un insieme di associazioni, di donne e uomini, di giovani e anziani, che hanno scelto di non rimanere insensibili di fronte a quello che stava succedendo. Il primo problema che abbiamo dovuto affrontare è stato quello dell'ospitalità: siamo arrivati a dover sistemare da parenti, amici, nelle case parrocchiali, nelle case sfitte messe a disposizione dai privati, circa duecento persone. Poi è arrivata tutta la trafila burocratica per i documenti, per le iscrizioni dei bambini nelle scuole e negli asili, per la gestione delle spese, per il pagamento delle bollette e delle utenze. Devo ringraziare tutti quelli che ci hanno aiutato, chi economicamente, chi mettendo a disposizione il proprio tempo: e questa attenzione, questa sensibilità, questa voglia di aiutare, non sono diminuite. Abbiamo riscoperto il senso della solidarietà, della vicinanza, dell'integrazione, della condivisione. È stato bello, recentemente, quando siamo andati nelle scuole per parlare di Casa Mantegazza, vedere dei ragazzi ucraini perfettamente inseriti: è il frutto di un lavoro che è partito lontano, che ha previsto dei corsi di italiano, la possibilità di fare sport gratuitamente nelle società sportive cittadine, di frequentare l'Oratorio. Sono state tutte azioni concrete, fatti e non parole: credo che Omegna abbia rappresentato e rappresenti tuttora un modello virtuoso che andrebbe preso ad esempio” sottolinea Ardizzi.


Ora però ci sono le nuove sfide da affrontare. "La guerra non è finita, chissà per quanto andrà avanti e quanti e quali altri disastri provocherà. Noi dobbiamo pensare a continuare ad inserire i ragazzi nelle scuole, a cercare di trovare un lavoro per le donne ucraine, a fare in modo che possano rendersi autonomi. Perchè sono persone con una grande dignità, che hanno voglia di ripartire e di costruirsi la loro vita".



Daniele Piovera

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A LUGLIO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare 2024" su Spreaker.
Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore