“Tamponi gratuiti per gli studenti? Se l’intenzione era quella di dissuadere le famiglie, l’obiettivo è stato pienamente centrato”.
Dopo le ultime disposizioni in materia di lotta al Covid-19, VcoNews registra lo sfogo di un genitore di Verbania, che racconta: “Terminato il periodo di quarantena post contagio, ieri ho accompagnato mia figlia in farmacia per fare il tampone che, in caso di esito negativo, le avrebbe consentito il rientro a scuola in presenza e l’ottenimento del super green pass. Avevo letto sui giornali che, essendo lei una studentessa, c’era la possibilità di non pagare la prestazione. Per l’amor di dio, si tratta di pochi euro (otto euro: ndr), ma abbiamo tentato lo stesso di percorrere questa strada, anche perché nostro malgrado di tamponi in questi ultimi tempi ne abbiamo dovuti fare parecchi, e alla fine del mese è un costo che pesa sul bilancio familiare. Lo confesso: ci siamo arresi davanti alla burocrazia e forse anche un po’ per pigrizia. Nell’ordine, la farmacista ci ha chiesto l’esenzione da parte del medico di base, la fotocopia cartacea, e sottolineo cartacea, del documento di identità, la compilazione di un modulo prestampato e una non meglio specificata mail da parte della scuola contenente un codice identificativo. La situazione, anche valutata la coda che si stava via via formando in farmacia, si faceva un po’ troppo complicata e la stessa titolare ha allargato le braccia come a volersi giustificare. Mi chiedo e chiedo: ma se davvero il legislatore vuol fare risparmiare le famiglie, non era il caso di predisporre una roba semplice semplice? Che so: la presentazione della carta di identità da parte dello studente e, al massimo, un’autodichiarazione. No?”.