La perdita di terreni fertili dovuta a cementificazione, erosione e degrado del suolo provoca ogni anno la scomparsa di cibo per un valore stimato in 1,2 miliardi di euro. È il dato, basato su elaborazioni Ispra, diffuso da Coldiretti in occasione della Giornata mondiale del suolo del 5 dicembre, che richiama l’attenzione su un’emergenza ormai strutturale per l’Italia e per la sua sicurezza alimentare.
Il fenomeno emerge con chiarezza dai Censimenti agricoli: tra il 2000 e il 2020 la superficie agricola complessiva del Paese è diminuita da 18,8 a 16,1 milioni di ettari, con una perdita netta di 2,7 milioni di ettari secondo l’elaborazione Coldiretti su dati Istat.
Il Piemonte non fa eccezione: negli ultimi cinque anni il consumo di suolo complessivo ha raggiunto circa 175.000 ettari, pari al 6,9% dell’intera superficie regionale, che misura 2.540.000 ettari.
«Questi numeri confermano l’urgenza di adottare misure rapide per fermare il consumo di suoli fertili – sottolineano Cristina Brizzolari, presidente di Coldiretti Piemonte, e Bruno Rivarossa, delegato confederale –. Serve l’approvazione immediata della legge sul consumo di suolo, ferma da tempo in Parlamento, che garantirebbe all’Italia uno strumento innovativo per tutelare il territorio».
Secondo Coldiretti, la progressiva scomparsa delle campagne rischia di compromettere l’approvvigionamento alimentare nazionale in un momento già complesso, segnato da tensioni internazionali e difficoltà negli scambi commerciali che favoriscono speculazioni sui mercati. Per Brizzolari e Rivarossa è quindi indispensabile «proteggere il suolo coltivato, investire in infrastrutture e innovazione, difendere le produzioni agricole e salvaguardare il patrimonio di biodiversità».
«Combattere il consumo di suolo – concludono – significa difendere l’agricoltura più green d’Europa e garantire un futuro sostenibile alle prossime generazioni».














