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Attualità | 06 settembre 2025, 19:03

“Una montagna di cose da fare” per salvare l’entroterra dell’alto Verbano

I comuni di Caprezzo, Cambiasca, Vignone e Arizzano hanno presentato il progetto per la tutela e il recupero della biodiversità

Con 421.000 euro (460.000 con il 10% dei comuni) di Fondi sviluppo e coesione, il 90% dell’impegno di spesa, Caprezzo, Cambiasca, Vignone e Arizzano sono riusciti a farsi finanziare “Una montagna di cose da fare”, progetto di valorizzazione delle terre del Verbano, presentato questa mattina dai sindaci interessati e dall’assessore Rosanna Pelosi (Arizzano).

L’intervento più impegnativo, il Monte Turrioni – 300.000 euro, 30.000 a carico del comune – è a Caprezzo: “Recupereremo un prato, già di proprietà comunale – spiega il sindaco Massimo Bocci - da riadattare a pascolo e ne acquisteremo un altro attorno al cimitero. L’obiettivo a lungo termine è quello della ricostituzione della biodiversità, il ritorno della microfauna e l’eliminazione della vegetazione non autoctona. Puntiamo a costituire un corridoio ecologico tra il Parco nazionale Val Grande e la Riserva naturale di Fondotoce”.

Per Cambiasca, aggiunge Claudio Liera, “si tratta di proseguire sulla strada già tracciata con la riqualificazione del lavatoio di Ramello e il collegamento escursionistico con Vignone. Acquisiremo i mulini, ripuliremo l’area circostante in attesa di trovare i fondi per recuperarli”. A Vignone, interviene Giacomo Archetti, “vogliamo recuperare il laghetto esistente da inizio ‘800 in seguito ai lavori di escavazione della torbiera, liberarlo dalle specie non autoctone che verrebbero separate in un altro ambiente per favorire il ritorno di rane, rospi e lucciole che sono progressivamente spariti. Dai racconti dei nostri anziani sappiamo che un tempo era tutto un gracidare e di lucciole in volo”.

L’area del progetto è inserita nel corridoio ecologico “Sacro Monte di Ghiffa, Caprezzo, Cappella Porta”. Al di là degli aspetti scientifici, c’è l’esigenza di mettere in sicurezza i territori dagli incendi boschivi favoriti dalla progressiva erosione dei prati, la regimentazione dei corsi d’acqua, di contrastare l’abbandono del bosco.

Tra i progetti finanziati c’è anche la risistemazione dei percorsi cicloescursionistici che collegano le zone a lago con l’entroterra, da Cannobio a Mergozzo. “Puntiamo ad intercettare – spiega Liera – almeno in parte i turisti che si muovono in bici nella zona a lago”. “È anche un modo di incentivare la mobilità alternativa – aggiunge Bocci – avendo i nostri territori una rete stradale difficile da percorrere in auto e che già oggi palesa difficoltà a reggere il traffico veicolare.

Redazione

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