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Digitale | 09 giugno 2025, 15:54

Lamiere stirate: come cambia il volto del metallo tra architettura, industria e design

Fino a qualche decennio fa, parlare di lamiera stirata evocava soprattutto immagini di capannoni, officine e impianti industriali. Oggi, invece, la trovi ovunque: nei parapetti delle scale metropolitane, nei frangisole di palazzi moderni, nelle pareti divisorie di certi uffici minimalisti o persino nel tavolino di un loft urbano. È uno di quei materiali che ha fatto il salto, passando da elemento tecnico a componente espressiva. E la cosa interessante è che, pur avendo cambiato pelle, la lamiera stirata è rimasta fedele alla sua natura: solida, versatile, adattabile.

Quello che forse non tutti sanno è che dietro questo materiale apparentemente semplice si nasconde un processo produttivo preciso e un settore in costante evoluzione, specialmente in Italia. Il nostro Paese, infatti, è tra i maggiori produttori europei di reti stirate, grazie alla presenza di un tessuto industriale che ha saputo coniugare tradizione metallurgica e innovazione tecnologica. Le applicazioni si sono moltiplicate, le maglie si sono diversificate, e oggi la scelta non è più solo tecnica ma anche estetica.

Non tutte le maglie sono uguali: forme, funzioni e differenze

Uno degli aspetti che rendono la lamiera stirata così interessante è la varietà di maglie disponibili. In apparenza sono tutte delle “reti metalliche”, ma ogni forma racconta una storia diversa, e risponde a necessità differenti.

La maglia romboidale, ad esempio, è la più classica. Il motivo a losanga non è solo una questione visiva: questa geometria distribuisce bene il peso, offre una buona resistenza e facilita il drenaggio. La trovi spesso nelle passerelle metalliche, nei gradini antiscivolo, ma anche nelle recinzioni industriali.

Poi c’è la maglia quadra, dall’aspetto più regolare, spesso usata nei controsoffitti o come griglia per impianti tecnici. La sua forma permette il passaggio uniforme della luce e dell’aria, rendendola adatta anche a strutture fonoassorbenti. Ha un’estetica pulita che la fa preferire in contesti architettonici più “ordinati”.

La maglia tonda si distingue subito. È meno comune, ma ha un impatto visivo morbido e originale. Non è solo decorativa: può essere funzionale in contesti di filtraggio, oppure adottata in progetti di arredo industriale in cui si cerca un tratto distintivo.

Infine, la maglia esagonale – una delle più apprezzate negli ultimi anni – si è ritagliata un posto d’onore tra architetti e progettisti. Ricorda la struttura a nido d’ape, offre solidità e leggerezza visiva allo stesso tempo. Nei parapetti, nei divisori o nei rivestimenti esterni, ha una forte presenza scenica, senza appesantire lo spazio.

La scelta della maglia non è mai puramente estetica: ogni forma incide su fattori come portata, visibilità, traspirabilità e peso.

Dietro il metallo: materiali, formati e lavorazioni che fanno la differenza

Una lamiera stirata non nasce mai per caso. Prima di diventare griglia, parapetto o divisorio, deve essere progettata con attenzione, a partire dal materiale. Le opzioni sono tante: dall’acciaio al carbonio, robusto ed economico, fino all’acciaio inox, ideale per chi cerca resistenza alla corrosione, soprattutto in ambienti umidi o aggressivi. Il zincato, invece, è spesso scelto per impieghi esterni, grazie al trattamento protettivo contro l’ossidazione. L’alluminio è leggero, facile da maneggiare e resistente agli agenti atmosferici; l’ottone, invece, ha un impatto estetico più caldo, perfetto per applicazioni di design.

La seconda variabile riguarda le dimensioni. Le lamiere si possono ordinare in formati standard – come 1000x2000 mm, 1250x2500 mm o 1500x3000 mm – ma molti produttori italiani offrono anche il taglio su misura, un servizio ormai essenziale per rispondere a progetti su scala variabile. Lo spessore del metallo e l’avanzamento della lamiera (cioè la distanza fra le aperture) sono due dati tecnici che incidono direttamente sul comportamento del pannello: più è spesso, più reggerà carichi pesanti; più è fitto, più sarà adatto al filtraggio o alla schermatura visiva.

Un aspetto spesso trascurato, ma fondamentale, è la lavorazione post-produzione. Alcune lamiere vengono spianate, per eliminare le ondulazioni naturali del processo di stiratura. Altre vengono calandrate, cioè curvate, per adattarsi a strutture cilindriche o sinuose. In entrambi i casi, si tratta di lavorazioni che valorizzano il materiale, rendendolo più semplice da installare e più coerente con l’estetica del progetto finale.

Uno sguardo al mercato italiano: tra edilizia, industria e design

L’Italia non solo produce una grande varietà di lamiere stirate, ma è anche uno dei Paesi europei in cui l’uso di questo materiale sta crescendo più rapidamente. Complice una crescente attenzione per le soluzioni modulari, sostenibili e durature, la rete stirata si sta ritagliando spazi in settori molto diversi tra loro.

Nel mondo dell’edilizia, ad esempio, è diventata una scelta standard per recinzioni, parapetti, scale, ma anche come elemento estetico in facciata. I frangisole in lamiera stirata, per esempio, stanno sostituendo progressivamente altri materiali perché riescono a combinare ombreggiamento, ventilazione e protezione visiva in un’unica soluzione robusta e durevole.

In ambito industriale, resta uno dei materiali preferiti per protezioni, griglie, superfici calpestabili e filtraggio. La possibilità di ottenere pannelli senza scarti né saldature rappresenta un vantaggio economico e strutturale: meno punti deboli, meno manutenzione, maggiore durata nel tempo.

Ma è nel mondo del design che la lamiera stirata sta sorprendendo di più. Architetti e progettisti ne apprezzano l’equilibrio tra materia e forma, tra trasparenza e solidità. Viene utilizzata per pareti divisorie negli interni contemporanei, per mobili su misura, per installazioni artistiche o persino come texture architettonica per conferire personalità a spazi altrimenti neutri.

Uno degli impieghi più interessanti riguarda la possibilità di integrare la lamiera stirata in elementi prefabbricati o modulari. In contesti come edifici pubblici, spazi commerciali o ambienti industriali, viene sempre più spesso utilizzata per realizzare componenti funzionali e visivamente leggeri. È in questo tipo di progetti che trovano largo impiego i pannelli in lamiera stirata, adottati per creare frangisole, parapetti, barriere visive o pareti divisorie che devono filtrare la luce o garantire sicurezza senza chiudere completamente lo spazio. L’equilibrio tra solidità e trasparenza li rende una scelta ricorrente in progetti che richiedono estetica, resistenza e durata nel tempo.

Questa evoluzione del mercato ha anche un impatto sul lavoro delle officine e delle aziende del settore, che oggi non sono più semplici fornitori di semilavorati, ma veri e propri interlocutori progettuali. Chi lavora con la lamiera stirata oggi deve saper leggere un disegno tecnico, offrire consulenze sulla scelta delle maglie e garantire personalizzazioni rapide, precise e affidabili.

 

 

 

 

 

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