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Attualità | 04 maggio 2025, 09:46

Verbania, sicurezza e polemiche: scontro tra Boroli e D’Alessandro

Il vicesindaco e il consigliere di Forza Italia si accusano a vicenda: “Livore personale” contro “nervosismo istituzionale”. Al centro della querelle il tema della sicurezza in città

Verbania, sicurezza e polemiche: scontro tra Boroli e D’Alessandro

Non si placa il botta e risposta tra il vicesindaco di Verbania, Silvano Boroli, e il consigliere comunale di Forza Italia, Samuele D’Alessandro. Al centro della polemica, ancora una volta, il tema della sicurezza in città e i toni tenuti durante i lavori del Consiglio comunale.

In un comunicato diffuso il 3 maggio, Boroli ha attaccato duramente la consigliera Cristina, accusandola di "prendere lucciole per lanterne" e di "non saper distinguere il campo politico da quello personale". Il vicesindaco ha ribadito che la sicurezza è da sempre una sua priorità, anche per esperienze personali, sottolineando però come la consigliera – a suo dire – sia mossa "da un livore personale senza limiti". Non sono mancate frecciate politiche: "Comprendo il rancore per il tracollo elettorale dello scorso anno", scrive Boroli, evidenziando come l’avversaria si stia "identificando nelle posizioni della sinistra in una disarticolata e scomposta azione politica". Un atteggiamento che, conclude, "farebbe rabbrividire il Presidente Silvio Berlusconi".

Poche ore dopo è arrivata la replica di Samuele D’Alessandro, consigliere di Forza Italia, che ha difeso l’onorevole Cristina e contrattaccato Boroli. "Il vicesindaco conferma un nervosismo istituzionale che si traduce in attacchi personali e silenzi assordanti sui problemi veri", scrive D’Alessandro, denunciando come durante il Consiglio Boroli abbia riso mentre si discuteva di sicurezza. "Io so distinguere un sorriso istituzionale da uno sghignazzo di disprezzo. Quello che Boroli fa in Consiglio è chiaro a chiunque: non rispetto, ma scherno".

D’Alessandro accusa il vicesindaco di non rispondere sui fatti concreti di cronaca – citando episodi che avrebbero coinvolto anche minori negli ultimi giorni – e di usare in modo ipocrita il nome di Silvio Berlusconi. "Proprio lui, che applaudiva mentre il sindaco definiva ‘cartastraccia’ il simbolo di Forza Italia. Chi appoggia chi ha infangato il nostro simbolo non può permettersi oggi di usare il nome del Presidente per attaccare i suoi colleghi di partito".

Il consigliere conclude chiedendo a Boroli di "lavorare per una città più sicura, più ordinata, più rispettosa" e di chiedere scusa "non a me, ma a tutti quei cittadini che si sono sentiti umiliati e abbandonati".

Il confronto, già acceso nelle scorse settimane, si infiamma ulteriormente a pochi giorni dall’attenzione nazionale ricevuta da Verbania con il servizio di Studio Aperto dedicato all’attività gastronomica dei fratelli Malvicini. Una città sotto i riflettori, dunque, ma anche al centro di tensioni politiche che non accennano a diminuire.

Redazione

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