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Attualità | 31 dicembre 2024, 09:30

Il 2024: anno del riscaldamento globale record

Dati allarmanti dal Copernicus Climate Change Service: l’anno più caldo mai registrato

Il 2024: anno del riscaldamento globale record

Il 2024 si è preannunciato come l’anno più caldo della storia recente, segnando un nuovo record di temperature globali senza precedenti. Secondo i dati raccolti dall’agenzia europea Copernicus Climate Change Service (C3S), le temperature medie globali hanno già superato i 1,55 gradi Celsius rispetto ai livelli preindustriali. Questo incremento, che ha contrassegnato un aumento di oltre 1,5 gradi Celsius in tutto l’anno, rappresenta una soglia critica per il nostro clima globale, mettendo in evidenza l’urgenza di agire contro il cambiamento climatico.

Il mese di novembre 2024 ha consolidato questa tendenza al riscaldamento globale, registrando una temperatura media di 14,10°C, solo leggermente inferiore al record di novembre 2023. Questo dato rappresenta un aumento di 0,73°C rispetto alla media del periodo 1991-2020, sottolineando una continua anomalia termica. Le temperature terrestri e marine hanno superato le aspettative, confermando una tendenza costante al riscaldamento. In particolare, a novembre si è verificato un aumento di oltre 1,62°C rispetto ai livelli preindustriali, segnando un punto di non ritorno per il cambiamento climatico.

Per la prima volta, l’intero anno solare 2024 è destinato a chiudere con temperature sopra la soglia di 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali. Sebbene questo dato non comporti una violazione diretta dell’Accordo di Parigi, mette in luce l’urgenza di adottare misure climatiche più ambiziose. Samantha Burgess, vicedirettrice del Copernicus Climate Change Service, ha espresso la sua preoccupazione: “La situazione attuale richiede un impegno globale senza precedenti per invertire questa tendenza. Ogni frazione di grado conta nella lotta contro il riscaldamento globale”.

In Europa, novembre 2024 ha visto temperature superiori alla media in molte aree, tra cui la Russia settentrionale e l’Europa nordorientale. Tuttavia, l’Europa sudorientale ha sperimentato temperature leggermente inferiori alla media. Fuori dal continente, il Canada orientale, gli Stati Uniti centrali e orientali, gran parte del Messico e diverse regioni dell’Asia hanno registrato temperature ben al di sopra della norma. In particolare, Paesi come Spagna, Inghilterra e Grecia hanno dovuto affrontare alluvioni senza precedenti e disastri naturali a causa di precipitazioni intense e prolungate.

Le anomalie termiche dell’anno più caldo non si sono limitate all’Europa. Altre parti del mondo, come il Marocco, la Cina e l’Australia, hanno registrato incrementi significativi nelle temperature. Al contrario, alcune aree come l’Antartide e l’estremo ovest degli Stati Uniti hanno mostrato valori leggermente inferiori alla media. Queste disparità evidenziano la complessità del cambiamento climatico e le sue implicazioni su scala globale.

L’autunno boreale, che va da settembre a novembre 2024, ha registrato temperature tra le più alte mai documentate, con un aumento di 0,75°C rispetto alla media del periodo 1991-2020. Sebbene leggermente inferiore al record del 2023, riflette comunque una tendenza costante al riscaldamento. Per l’Europa, l’autunno 2024 è stato il terzo più caldo di sempre, con temperature superiori di 1,25°C alla media storica.

L’innalzamento delle temperature globali ha già avuto ripercussioni significative su ecosistemi, economie e comunità in tutto il mondo. Disastri naturali come ondate di calore, incendi e inondazioni sono diventati sempre più frequenti e intensi. Gli scienziati ribadiscono la necessità di una transizione verso fonti di energia rinnovabile e l’adozione di politiche climatiche più rigide per limitare il riscaldamento a lungo termine.

a.f.

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