Temporali sempre più frequenti e violenti, accompagnati da forti raffiche di vento, piogge abbandonati e chicchi di grandine di notevole diametro. A ciò si è assistito nei mesi scorsi in diversi parti del Piemonte. Compreso il nostro Biellese, dove si sono registrati danni a terreni ed edifici, come a Cerrione e nel rione di Chiavazza, a Biella, con tetti di aziende e abitazioni scoperchiati e alberi di grandi dimensioni sradicati e terminati al suolo.
Di tutto ciò ne abbiamo parlato con Andrea Vuolo, fisico, meteorologo Rai, docente di fisica, matematica, scienze della navigazione aerea e meteorologia aeronautica. A cominciare dall'estate appena trascorsa, con un mese di agosto risultato il secondo più caldo dal 2003 a oggi. “Un'estate partita in sordina, con un mese di giugno fresco e piovoso – sottolinea – Poi, c'è stato il cambio di passo: tra il 10 luglio e il 20 agosto, il Piemonte tutto è stato interessato da correnti molto calde di origine sub-tropicale, associate all'anticiclone, quindi all'alta pressione, con temperature abbondanti sopra la media; inoltre, sono state registrate anomalie intorno ai 3 e 4 gradi rispetto alle medie degli ultimi 30 anni sebbene sia stata un'estate martoriata da molti temporali, talora violenti, registrati nel Canavese, Torinese, Biellese e sui settori pedemontani e alpini”.
Senza dimenticare che appena un mese fa i biellesi hanno dovuto fare i conti con il fenomeno del “downburst”, che ha investito in pieno la zona di Chiavazza, con danni a strade, case e alberi. “Sono raffiche di vento di tipo lineare che, unite alle intense piogge, impattano al suolo e si diffondono orizzontalmente in maniera lineare – spiega Vuolo – Folate che possono superare i 100/120 km/h durante i temporali e provocare danni ingenti all'agricoltura e alle infrastrutture. Di solito, sono anche accompagnate da violente grandinate, con chicchi che ruotano dai 4 ai 6 centimetri di diametro. È un fenomeno meteorologico tipico della Pianura Padana ma dai dati raccolti sembra proprio che stia aumentando sensibilmente in frequenza e intensità. La causa è da attribuire al cambiamento climatico”.Il futuro sembra piuttosto segnato, ci si dovrà quindi abituare a tali fenomeni? “Assolutamente si – ribadisce Vuolo – I modelli climatici lo confermano: è previsto un aumento della temperatura entro il mezzo grado nei prossimi decenni; ciò comporterà un aumento di calore ed energia nell'atmosfera che, nei momenti più caldi, può fungere da carburante per l'aumento di fenomeni estremi. Dobbiamo imparare a conviverci e informarci il più possibile, consultando i bollettini e prestare attenzione alle allerte, comunicate per tempo dagli enti ufficiali”.