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In Breve

| 23 maggio 2024, 09:15

La beata gioventù del Giro d'Italia e il protagonismo sfrenato di tutti i team

Tanti i giovani che si stanno mettendo in mostra in questa Corsa Rosa, così come le squadre praticamente tutte in prima fila. Oggi a Padova spazio per i velocisti?

Photo credits: LaPresse

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Anche la Ef-Education-Easy Post si siede al tavolo dei vincitori di questo Giro d'Italia. Dopo l'ottimo terzo posto al Mottolino, il tedesco Georg Steinhauser vince sul Passo Brocon, un arrivo di tappa inedito per la Corsa Rosa.

Una giornata praticamente all'attacco insieme ad altri 10 corridori di cui faceva parte anche Giulio Pellizzari che si è aggiudicato la Cima Coppi sul Passo Sella. Il tentativo dei battistrada è stato contrastato da un forcing del Team DSM di Bardet che aveva riportato sotto il gruppo Maglia Rosa sul Passo Gobbera. Sulle rampe del primo versante del Passo Brocon, Steinhauser ha rilanciato l'azione insieme all'etiope Gebreigzabhier, accelerando e rimanendo da solo in testa ai -34. Da lì in poi il tedesco è stato bravo ad amministrare il vantaggio, tenendo a debita distanza i big della classifica generale che venivano anticipati ancora una volta da Pogacar.

Primo hurrà da pro quindi per il 22enne, (figlio e nipote d'arte acquisito di Jan Ullrich) che segue quella del 23enne Paret-Peintre a Bocca della Selva. Insomma, giovanissimi che riescono ad alzare le braccia al cielo per la prima volta proprio al Giro. 23 anni come quelli di Milan, un habituee ormai, ne ha compiuti 24 invece Pelayo Sanchez vincitore a Rapolano Terme. Altro che gioventù bruciata, se si pensa anche all'impresa sfiorata da Pellizzarri. Il ciclismo ormai da anni è cambiato, si diventa pro molto giovani e i risultati arrivano giá prestissimo. Rispetto ad un passato dove la maturità del corridore arrivava intorno ai 26 anni dopo tanta gavetta.

Altro aspetto curioso di questo Giro. Le squadre diverse che sono andate a segno. Lasciando perdere le 5 vittorie della Uae con Tadej, nelle prime 17 hanno vinto 8 team e altrettanti sono stati protagonisti assoluti. Ineos con Narvaez e Ganna, Lidl per tre con Milan, Soudal con Merlier e Alaphilippe, Cofidis con Thomas, Movistar Sanchez, la Visma con Kooij, la Decathlon con Paret-Peintre e infine la Ef.

La Alpecin ha lottato in volata con Groves, Costiou della Arkea in salita, Ballerini, Fortunato e Scaroni dell'Astana si sono mossi bene in diverse tappe, la Bora ha in classifica Martinez e Aleotti è una bella sorpresa del Giro, Pithie della Groupama ha raccolto due top ten e Paleni quarto a Lucca, Calmejane della Intermarchè spesso nel vivo della corsa così come Clarke (settimo a Fano) e Frigo della Israel. La Dsm è in top ten con Bardet (secondo a Bocca della Selva e quarto a Livigno), così come Zana con il compagno Plapp della Jayco nella top dieci in tre tappe (terzo a Rapolano Terme), bene anche Storer della Tudor con Trentin e Dainese che ha fatto due piazzamenti a Fano e Napoli, la Bahrain in cerca di un acuto tiene con un buon Tiberi e in questa edizione in formato gregario Caruso. Le italiane Polti Kometa e Vsf Group Bardiani ripongono le aspettative rispettivamente negli ottimi Maestri-Piganzoli e Fiorelli-Covili, Pellizzari e Pozzovivo.

Con ancora 4 giorni di corsa le occasioni non mancheranno.

 

IL COMMENTO TECNICO di Marco Rebagliati:

Tappa 18, da Fiera di Primiero a Padova. 178 chilometri da percorrere, dove gli uomini di classifica potranno tirare il fiato e cercare di recuperare più energie possibili da usare nelle ultime 2 tappe, mentre per i velocisti rimasti in gruppo sarà un'altra occasione da non lasciarsi sfuggire.

 

Photo credits: LaPresse

Luciano Parodi

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