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Verbania | 25 aprile 2024, 16:30

Cerimonia provinciale per la Liberazione a Intra FOTO

Marchionini: ''Verbania, come ci ricorda Arialdo Catenazzi, fu una delle città liberate prima del 25 Aprile''

Cerimonia provinciale per la Liberazione a Intra FOTO

Il 25 aprile è “una ricorrenza identitaria per ogni italiano”, ha esordito il sindaco, Silvia Marchionini, aprendo la commemorazione del 79° anniversario della Liberazione.

“Con il fascismo – ha proseguito – avevamo toccato il punto più basso, la Resistenza è stata il riscatto, grazie a quei giovani, spesso sconosciuti come i 33 fucilati di Fondotoce che la Casa della Resistenza, giustamente, sta cercando dii identificare.  Verbania, come ci ricorda Arialdo Catenazzi, fu una delle città liberate prima del 25 Aprile, dalla divisione Mario Flaim, un giovane partigiano morto in uno scontro a fuoco al pizzo Marona. E’ per giovani come lui che abbiamo il dovere di ricordare”.

Anche per il presidente della Provincia, Alessandro Lana, per tener viva la memoria della lotta di Liberazione “dobbiamo fare qualcosa di più, non è tollerabile che questa mattina a Roma si siano picchiati, sul nostro territorio, per fortuna il legame con le vicende di 79 anni fa è ancora forte. L’esempio più luminoso è quello della Repubblica dell’Ossola ma non c’è paese, anche il più piccolo, senza un monumento, una lapide, una via intitolata a qualche partigiano. Nella messa di suffragio in basilica il parroco ha ricordato il sacrificio di don Giuseppe Rossi, l’invito che faccio è a prenotarsi per la cerimonia di beatificazione (il 26 maggio a Novara ndr), a riempire più pullman possibili per partecipare”.

La vicepresidente provinciale Anpi, Luisella Mazzetti, ha sottolineato: “Questi ragazzi hanno messo a rischio la loro vita, hanno visto i loro amici morire, hanno scritto nella Costituzione ‘L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro’. Ma anche 'L’Italia ripudia la guerra'. Eppure le spese militari aumentano, anche in Italia. Chi prepara la guerra vuole la guerra”.

Per il prefetto, Michele Formiglio, “I valori e i meriti della Resistenza sono irrinunciabili, ecco perché dobbiamo trasmetterli ai giovani. Se le sorti progressive dell’umanità, di cui parlava Norberto Bobbio, entrano in crisi se ne avvantaggiano i dittatori approfittando della crisi delle democrazie come nel caso della guerra russo ucraina”.

L’oratore ufficiale, lo storico svizzero tedesco Raphael Rues, ha ricordato i legami tra il suo paese e l’antifascismo Italiano: “Cento anni fa, anche in Ossola, chi non aderiva al fascismo veniva aggredito, ucciso, costretto ad emigrare.  Ci furono due momenti in cui si verificarono fiumane di profughi, nel 1943 e nel 1944 dopo la fine della Repubblica  dell’Ossola”.

Redazione

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