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Attualità | 10 febbraio 2024, 16:30

A Verbania la commemorazione in onore di Giovanni Palatucci

La cerimonia sul lungolago a lui dedicato, alla presenza delle massime autorità della provincia

A Verbania la commemorazione in onore di Giovanni Palatucci

Il 10 febbraio 1945, il questore di Fiume, Giovanni Palatucci, muore nel campo di concentramento di Dachau. Per questo motivo proprio oggi, con un tempo non particolarmente clemente, alla presenza del prefetto Michele Formiglio,  del vice della Provincia Rino Porini, del sindaco di Verbania Silvia Marchionini, del delegato dell’Associazione Nazionale ex Internati nei lagher nazisti Paolo Caminiti e dei  Comandanti delle altre forze dell’Ordine, il Questore e la Polizia di Stato della provincia del Vco, hanno ricordato ed onorato, di fronte al cippo a lui dedicato, sul lungolago che, grazie al Comune di Verbania, è intitolato al suo nome, l’eroico collega.

Dopo la deposizione di due omaggi floreali, uno della Questura ed uno del Comune, si è svolto un breve momento di preghiera officiato da Don Giovanni Antoniazzi seguito dal silenzio, da un breve ricordo del dott. Palatucci e dal saluto ai partecipanti, tra i quali l’Associazione Nazionale Polizia di Stato, del Questore.

Giovanni Palatucci nacque in Campania, a Montella (in provincia di Avellino) nel 1909; all’età di ventitré anni, nel 1932, si laureò a Torino in giurisprudenza; rinunciò però alla professione forense per entrare come funzionario nell’Amministrazione della Pubblica Scurezza. Nel 1936 prese servizio nella Regia Questura di Genova. Dal febbraio al maggio del 1937 frequentò a Roma la Scuola di Formazione per Funzionari della Polizia di Stato. Ritornato a Genova, fu traferito poi nel 1937 presso la Questura di Fiume.

Il 14 luglio 1938 venne diffuso il Manifesto degli scienziati razzisti e, poco dopo, venne emanato il regio decreto legge “Provvedimenti per la difesa della razza italiana”. Gli ebrei della città di Fiume e dintorni (1600 persone circa) si trovarono quasi tutti privati della cittadinanza italiana. A Palatucci fu affidato il compito di schedare gli ebrei, controllarne i dati anagrafici e proibirne eventuali contatti con gli ariani. I viaggi degli ebrei verso le altre province italiane dovevano inoltre avere un visto di autorizzazione firmato da Palatucci. Fu proprio grazie al suo lavoro che il Questore riuscì ad aiutare molti ebrei a lasciare la città di Fiume per spostarsi verso altre località.

Dal 1938 fino al 1943-1944 poi, Palatucci conobbe la realtà dei tantissimi profughi ebrei (provenienti dall’Austria e poi da Cecoslovacchia, Ungheria, Polonia, Croazia) che attraversavano di frequente i confini in modo clandestino pur di evitare l’internamento. Anche in questa circostanza, le testimonianze raccolte dimostrerebbero l’operato di Palatucci di salvataggio di numerosi ebrei attraverso omissioni nell’applicazione di norme, la trasmissione di dati informativi a ebrei in fuga per far loro evitare possibili situazioni rischiose, la presentazioni di ebrei a interlocutori amici, coperture di varia natura, inclusa la consegna di documenti non autentici (come permessi di transito e passaporti), l’ideazione di itinerari di salvezza con il supporto di terzi (come lo zio, vescovo di Campagna, che fece giungere nella sua diocesi gli ebrei profughi).

Fin dall'inizio della Seconda guerra mondiale il commissario di Pubblica Sicurezza Palatucci ha svolto una coraggiosa opera di salvataggio degli ebrei. Grazie al suo impegno oltre 5000 civili sono sfuggiti alla deportazione nei campi di sterminio tedeschi. Viene arrestato dai nazisti il 13 settembre 1944, torturato e portato nel lager di Dachau dove, come detto, muore il 10 febbraio del ‘45. Nel 1955 Israele ha designato Giovanni Palatucci come "Giusto fra le nazioni" e nel 1995 il Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro gli ha conferito alla memoria la Medaglia d'oro al merito civile.

Il 21 marzo 2000 il Vicariato di Roma ha emesso un editto per l'apertura del processo di beatificazione di Giovanni Palatucci, avvenuta formalmente il 9 ottobre 2002. In occasione della cerimonia ecumenica giubilare del 7 maggio 2000 papa Giovanni Paolo II lo ha annoverato tra i martiri del XX secolo.

Comunicato Stampa

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