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Attualità | 28 aprile 2023, 09:20

Giornata salute e sicurezza sul lavoro: numeri allarmanti per infortuni e morti bianche

Matteo Mondini, lavoratore coinvolto in uno dei troppi incidenti: “La verità è che non basta essere 'in regola', ma ci deve essere un orientamento culturale alla sicurezza"

Giornata salute e sicurezza sul lavoro: numeri allarmanti per infortuni e morti bianche

Il 28 aprile si celebra la Giornata mondiale per la Salute e la Sicurezza sul Lavoro, istituita dall’Ilo (Organizzazione internazionale del lavoro) nel 2003. Una ricorrenza che nasce con lo scopo di creare una nuova “cultura della sicurezza” al fine di ridurre e prevenire gli incidenti sul luogo di lavoro e le malattie professionali che provocano, in media, 6000 morti al giorno in tutto il mondo.

Anche in Italia la situazione è allarmante: i dati che preoccupano sono due. Il primo è legato ai decessi, infatti ogni giorno sul territorio nazionale le morti sul luogo di lavoro sono mediamente tre. Il secondo è correlato agli infortuni: quelli denunciati nel 2022 sono stati 697.773.

A questo proposito, la mancanza di un adeguato sistema di tutela e di prevenzione sono spunti ricorrenti del dibattito politico odierno. Ad oggi, c’è il bisogno di un’azione coordinata tra tutti gli attori che possano contribuire a creare luoghi lavorativi più sicuri. Altrettanto fondamentale è la necessità delle diversi parti coinvolte di assumersi le responsabilità nei casi in cui tali prevenzioni non fossero adeguati o applicati correttamente.

Con lo scopo di migliorare la situazione attuale, il governo, durante la scorso autunno, ha apportato diverse modifiche a leggi già in vigore. In primo luogo ha aggiunto i lavoratori di rischio basso all’obbligatorietà della prova pratica del corso antincendio. Inoltre, sono cambiate anche le modalità per la formazione, dove è stata tolta la possibilità di perseguire il corso in modalità online, obbligando così i lavoratori a seguirlo in presenza.

Matteo Mondini, una delle troppe vittime degli infortuni sui luoghi di lavoro, ci ha fornito il suo punto di vista: “La verità è che non basta essere 'in regola', ma ci deve essere un orientamento culturale alla sicurezza. Infatti la sicurezza parte da noi stessi: una distrazione, un comportamento scorretto o il sentirsi troppo sicuri di sé potrebbe mettere a rischio non solo la tua vita ma anche quella di un collega. Io, il giorno dell’incidente, pensavo di essere in grado di risolvere un problema apparentemente di poco conto, anche se non di mia competenza e per giunta ero rimasto in negozio senza i miei colleghi. Basta una frazione di secondo e la tua vita può cambiare tragicamente. Bisogna lavorare in totale sicurezza perché le conseguenze potrebbero essere devastanti”.

E ancora…”Troppo spesso gli incidenti capitano perché siamo sotto stress, abbiamo problemi personali o la mente altrove. Siamo esseri umani e non sempre riusciamo a staccare l’interruttore e svuotare la mente. Tutti abbiamo dei problemi e non sempre riusciamo a tenerli fuori e questo potrebbe innescare una serie di combinazioni fatali. Datori di lavoro e lavoratori devono essere uniti affinché la sicurezza sul lavoro diventi un bene per tutti: si lavora per vivere non per morire!”.

Matias Pasquero

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