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Economia | 29 novembre 2022, 09:00

Manovra economica, Setaro: “Si poteva fare di più, per il Paese e il sistema industriale”

Il presidente di Unione Industriale manifesta insoddisfazione rispetto alle decisioni prese dal Governo sul cuneo fiscale, il rinvio delle riforme, gli interventi sull’energia e sul lavoro. Meglio invece la finanza pubblica

Manovra economica, Setaro: “Si poteva fare di più, per il Paese e il sistema industriale”

Nei giorni scorsi il presidente di Confindustria Carlo Bonomi ha commentato la manovra economica, facendo emergere un approccio critico verso le decisioni assunte dal Governo Meloni e una generale insoddisfazione nei confronti degli strumenti previsti dalla Finanziaria.

Anche nel VCO, il presidente di Unione Industriale, Michele Setaro, si allinea con le posizioni confindustriali, esordendo con un “si poteva fare di più, per il Paese e il sistema industriale”.

L’emergenza del momento: i costi energetici. Setaro, come Bonomi, afferma che “giustamente, due terzi degli interventi riguardano il caro-energia, ma per un periodo limitato, fino al 31 marzo. Cosa succederà dopo? Il credito d’imposta “a tempo” non ci soddisfa del tutto, serviva un intervento più lungimirante e strutturato”.

Per quanto riguarda il cuneo fiscale, Setaro ha sottolineato come “mancano misure decisive. Il mini-taglio aggiuntivo vale 46 euro lordi in più al mese ai dipendenti con meno redditi: poco. Serviva un taglio energico. La politica non si è assunta la responsabilità di farlo e coprirlo, ma offre nuovi forfait alle partite Iva: vuole dire che i soldi ci sono”.

Sulla flat tax ha aggiunto: "Ridurre le tasse sugli autonomi, significa che i dipendenti con la stessa retribuzione pagano tre volte tanto: alcuni di loro iniziano a valutare di aprire la partita Iva, creando problemi di lungo periodo per l'Inps e alimentando il precariato".

Sul lavoro, secondo Setaro “sarebbe necessaria una politica industriale vera, che rilanci l’occupabilità e la produttività” mentre sulle riforme, afferma “sono state rinviate, speriamo non 'sine die'. È il rischio che si correrebbe se mancassero le risorse”. In particolare, “la volontà di intervenire sul reddito di cittadinanza è più che altro un annuncio. Come si pensa di rimpiazzarlo?

Quali politiche verrebbero intraprese per assicurare l’accesso al lavoro e la tutela sociale? Anche in questo caso, si è preso tempo, senza chiarire come intervenire per favorire l’occupabilità, che richiederebbe invece una rimodulazione delle tasse e dei contributi, più welfare, scuola e formazione. Non si creano lavoro e crescita per decreto, serve una visione organica e di ampio respiro”.

Anche sulla previdenza il presidente degli industriali del VCO esprime scetticismo: “Come per il reddito di cittadinanza, si è preso tempo. C’è confusione, ma la manovra non fa chiarezza. Si prepensiona, da un lato e si offrono incentivi a chi resta, dall’altro. Nel 2022 l’età media di uscita dal mondo del lavoro sarà di 61 anni e mezzo: quota 100 doveva generare quattro assunzioni per ogni uscita, in realtà siamo a 0,4 per ogni pensionato, neanche l’effetto sostituzione”.

Positiva invece, secondo Setaro, “la continuità col piano Draghi sulla finanza pubblica e la riduzione del debito, anche se sarebbe necessaria una seria riflessione sulla spesa sociale, raddoppiata negli ultimi anni, così come il numero dei poveri: significa che le politiche sociali non funzionano come dovrebbero. Anche qui, c’è ancora tanto da fare” ha concluso.


C.S.

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