Dopo Cannobio, Verbania e Santa Maria Maggiore fa tappa a Ghiffa la mostra fotografica itinerante Visionary Woman. Da domenica 31 luglio Presso la sala espositiva “Panizza”, corso Belvedere 114, sarà proposta una selezione delle immagini del progetto fotografico di Jill Mathis, promossa dal Museo del Cappello in occasione del suo trentesimo anniversario con la collaborazione di Associazione il Brunitoio e Comune di Ghiffa.
In omaggio al contesto ghiffese della sala “Panizza”, che, fino al 1981, fu sede dell’omonimo cappellificio, la presentazione del lavoro fotografico artistico sarà focalizzata con particolare attenzione sulle immagini dedicate all’odierno lavoro produttivo dei cappelli a marchio Panizza, che si svolge presso un laboratorio sito in Toscana a Montevarchi, ma sempre sotto la direzione della famiglia Gamba, erede dell’ultimo amministratore delegato del cappellificio ghiffese, e di Laura Gamba in particolare.
Alle ore 17 interverranno la curatrice artistica, Giulia Grassi, e la stessa Laura Gamba, che illustrerà gli attuali sviluppi della prestigiosa firma di cappelli Panizza, sul mercato da oltre 140 anni. A seguire l’Associazione Pro Museo del Cappello offre un aperitivo sulla terrazza a lago dello spazio espositivo con l’accompagnamento musicale di Vittoria Ecclesia (clarinetto) e Yuri Guccione (flauto traverso).
La mostra sarà visitabile presso la sala espositiva Panizza a Ghiffa fino al 15 agosto nei seguenti giorni e orari: martedì, giovedì, sabato e domenica ore 15.30-18.30.
Informazioni: Rete Museale Alto Verbano
tel. 0323 840809 - rete@unionelagomaggiore.it
- www.unionelagomaggiore.it
La mostra
Visionary Women è più di una mostra, è un progetto o, meglio, come dice il nome stesso, una visione: la visione di un’artista che racconta ambienti e dettagli del lavoro di donne imprenditrici di successo, in settori considerati non convenzionali per loro. L’idea è stata focalizzata a raccontare le donne nel mondo dell’imprenditoria del Verbano Cusio Ossola, una terra che in passato ha avuto una forte vocazione industriale, primo ambito in cui hanno trovato lavoro molte donne, come manodopera più o meno specializzata. Oggi, a distanza di oltre un secolo dal grande boom industriale del territorio, il panorama è molto cambiato e con esso il ruolo femminile, tanto che in una parte significativa delle aziende del territorio le donne occupano posizioni apicali e si sono fatte promotrici di attivare produzioni e lavorazioni d’eccellenza. La selezione delle immagini artistiche di Jill Mathis in grande formato (80x120 e 120x180) si concentra nella tappa mergozzese su 4 imprese a guida femminile, che hanno attinenza con il settore lapideo, sia per la lavorazione diretta della pietra, sia per la produzione di utensili e strumenti di taglio.
L’artista
Gli scatti fotografici di Jill Mathis esprimono realtà complesse e aumentate, nelle quali lo strumento di uso quotidiano, il particolare nascosto o il più minuto dettaglio diventano opera d’arte. Il suo stile personale crea un rapporto stretto e indivisibile tra arte fotografica e oggetti industriali, orientando la ricerca del bello nei prodotti finiti, così come nel processo produttivo, mettendo in evidenza gli ingranaggi o le particolari forme meccaniche.
Jill Mathis è di origine texana e da 25 anni vive e lavora a Mergozzo, alternando impegni lavorativi oltreoceano a mostre italiane. Dopo gli studi di scultura e fotografia alla Facoltà di Belle Arti all’Università di San Antonio in Texas, ha iniziato la carriera giornalistica lavorando per varie testate negli USA. Ha poi frequentato la Scuola di Fotogiornalismo all’Università di Austin e iniziato internati presso alcuni dei più importanti fotografi di moda a New York. Nella Grande Mela è diventata assistente a tempo pieno di Ralph Gibson, uno dei più noti maestri della fotografia statunitense. Molti dei suoi lavori sono raccolti nelle collezioni di musei pubblici. A New York al Whitney Museum of American Art, all’International Center of Photography e al Brooklyn Museum of Art. In Florida sono al Norton Museum of Art, poi ancora nei musei di Alabama, Connecticut, Texas e Ohio.