Un percorso sull’Amor. È stata inaugurata sabato 9 luglio, con una discreta presenza di pubblico, la personale del verbanese d’adozione Marco Esteban Cavallaro, artista classe 1989 conosciuto soprattutto per aver avvolto gli alberi di Tokio e che negli ultimi anni, così racconta, si è concentrato nel realizzare una serie di opere incentrate sulla parola Amor.
La mostra di Cavallaro, nato a Santiago del Cile e diplomatosi all’Accademia di Brera, è itinerante, nel senso che parte dalla micro galleria dei Pontini, lungo l’argine del torrente San Giovanni a Intra, per svilupparsi poi lungo via Selasca, antica mulattiera che corre parallela alla statale del lago Maggiore, e raggiungere, quindi, lo spazio espositivo Lakeside, in piazza Morrone 1 a Biganzolo.
Proseguono in questo modo gli appuntamenti che hanno per obiettivo “spiare l’arte”, promossi nel chiosco un tempo occupato dall’edicola dagli ideatori Diego De Piccoli e Neil Devenport. Si tratta di un modo diverso, urbano e certamente più informale, di vivere l’arte moderna, spiandola per l’appunto da una fessura. Il micro atelier Migam, va ricordato, era stato inaugurato a ottobre 2021 con la mostra in ricordo del pittore locale, Emilio Chiodoni. Poi spazio via via a Luca Bidoli, Corrado Bove, Paolo Giacomello, Massimo Falsaci e ora Cavallaro, cui seguirà Emanuele Mezzadri. Artisti noti e meno noti che hanno modo di farsi apprezzare. E la città di Verbania, va sottolineato, sembra aver accolto bene l’iniziativa, valutato il numero di appassionati d’arte – o anche semplicemente di curiosi – presente ad ogni taglio del nastro, quello dell’altro giorno compreso.