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Territorio | 14 aprile 2021, 12:00

Lupo, incontro Regione Comitato allevatori Vco: “Accolte le problematiche che abbiamo presentato”

“C'è l'impegno ad una azione politica verso la valorizzazione dell’uomo e dell’allevatore e non più solo verso la tutela totale del carnivoro”

Lupo, incontro Regione Comitato allevatori Vco: “Accolte le problematiche che abbiamo presentato”

Le problematiche avanzate dai piccoli allevatori stanziali delle Alpi Occidentali, dal Cuneese all’Ossola, sono state molto ben accolte dal Vicepresidente Fabio Carosso, Assessore alla montagna e dall’Assessore all’agricoltura Protopapa”. Lo afferma Gesine Otten, portavoce del Comitato Salvaguardia Allevatori Vco, dopo l'incontro dell'8 marzo tra gli allevatori stanziali delle Alpi occidentali e gli esponenti della Giunta regionale.

In particolare -sottolinea- l’Assessore Carosso ha promesso che la Regione creerà un sistema di monitoraggio dei lupi e si è impegnato a orientare la propria azione politica verso la valorizzazione dell’uomo e dell’allevatore e non più solo verso la tutela totale dei lupo. Come pastori e gente di montagna -conclude- ci auguriamo di poter constatare presto i frutti di queste impegnative promesse”.

Gli allevatori hanno chiesto alla Regione “lo stato di emergenza per il problema Lupo”. Di seguito il documento presentato a Palazzo Lascaris.

In questi ultimi decenni la resistenza delle piccole aziende di montagna è sempre più difficile e molti allevamenti famigliari di pecore e capre hanno chiuso.

Sulle nostre montagne il bosco sta colonizzando pascoli e antichi coltivi. Si aggiungono ad aggravare la situazione la nuova legge forestale che vieta di disboscare aree un tempo diversamente gestite e ancora le multe dei pesanti controlli retroattivi dei “Refresh” voluti dalle politiche agricole europee.

Le Alpi perderanno così una serie irrinunciabile di caratteristiche di pregio che ne determinano i valori ambientali, paesaggistici e di fruibilità turistica unici al mondo (il paesaggio svizzero, con le collegate scelte politiche, è esplicativo al riguardo).

L’uomo della montagna ha bisogno di essere tutelato anche di fronte all’ultimo problema sopraggiunto: il lupo. Il lupo troppo protetto, non più a rischio d’estinzione, esaspera una situazione giunta al limite.

In tutti questi ultimi decenni, a carico degli allevatori si è verificato che la convivenza con il lupo non è possibile nei termini in cui è stata finora impostata.

La tutela della fauna non può sovrastare l’uomo: riteniamo che la tutela esasperata del lupo lede i diritti costituzionali garantiti dalla Costituzione italiana per i suoi cittadini. Per noi montanari, cittadini italiani, che viviamo in montagna e che conserviamo l’ambiente e la fruibilità della montagna a favore di tutti, lupi e selvatici stanno condizionando pesantemente la vita di chi ancora sulla montagna pratica un’agricoltura eroica, imponendo a pastori e malgari una limitazione di libertà, con aumento dei costi, perdita di benessere animale (reti, cani da guardiania) e qualità della vita per i pastori (aumento enorme del lavoro, continua tensione psicologica, impossibile vita sociale e difficile vita famigliare…).

In questi ultimi anni i lupi, sempre più numerosi, hanno colonizzato la montagna, la pianura, si sono avvicinati ai paesi di fondovalle, alle aree urbanizzate, girano di notte tra le case, predano anche animali da compagnia, si fanno vedere tranquillamente vicino alle strade, mangiano nei bidoni della spazzatura. Moltissimi cittadini li hanno visti, postano le immagini sui media. Il lupo ha perso la paura dell’uomo, e il lupo sta diventando anche pericoloso per l’uomo.

All’inizio di una nuova stagione di pascolo gli Allevatori sono seriamente preoccupati, per i loro animali (che ormai non sono più sicuri nemmeno se protetti dalle reti, dai cani e dai mezzi di dissuasione) e per noi stessi.

I costi della difesa dal lupo degli animali allevati non possono essere lasciati a carico prevalente degli Allevatori, siano essi stanziali o monticanti; è la Società che deve farsene carico considerando che la sopravvivenza delle attività agropastorali è assolutamente necessaria per la conservazione degli ambienti alpini e appenninici.

CHIEDIAMO:

  1. Che venga riconosciuto su tutto il territorio della Regione lo stato di emergenza per la sanità e la sicurezza dei cittadini residenti in montagna. Il lupo sta minacciando da vicino anche la libertà dei cittadini (v. episodio di Arvier– Aosta), avendo perso la paura dell’uomo. Il lupo sta diventando un pericolo anche per l’uomo.

La Regione Piemonte si faccia carico di questa emergenza facendosi portavoce, anche a livello nazionale, presso il Governo affinché siano richieste le deroghe previste alla Convenzione di Berna e alla direttiva Habitat “nell’interesse della sanità e della sicurezza pubblica”, e nel rispetto dei diritti sanciti dalla Costituzione Italiana verso i cittadini.

  1. Che la Regione Piemonte si faccia carico di organizzare e gestire un monitoraggio continuo e immediato del numero dei lupi, dei branchi e della loro geolocalizzazione, delle predazioni su animali selvatici e domestici segnalate dagli allevatori, da comuni cittadini anche per mezzo di foto o messaggi tramite cellulari o smartphones. A tal fine si propone di creare un’app ad hoc accessibile a tutti, i cui dati vengano elaborati e gestiti dalla Regione Piemonte in tempi reali.

  2. Che la Regione Piemonte, analogamente a progetti opportunamente promossi anni fa (progetto Propast) che già denunciavano i gravi rischi di questo “status” e della sua prevista evoluzione, rilanci accertamenti sui territori interessati dal ripopolamento del lupo per opportune valutazioni delle varie ricadute. Si tratta degli effetti sulle produzioni locali, sull’impoverimento degli ambienti agropastorali, sulle perdite di biodiversità animale e vegetale (incluse le razze a limitata diffusione), sulle ricadute negative in termini di controllo e prevenzione dai diversi rischi ambientali, sulle perdite di valori socioculturali legati all’abbandono, sulla difficile sostenibilità di un turismo che è opportuno entri in relazione positiva con le attività di molti territori. Tutte espressioni negative connesse alla diffusione del predatore senza limiti.

  3. Che la Regione Piemonte preveda una gestione controllata della presenza del lupo, intervenendo a limitare la popolazione del predatore e a inculcare nello stesso il terrore per l’uomo con tiri di dissuasione. Deve inoltre essere previsto un protocollo di interventi suppletivi in caso di attacchi e predazioni da lupo, come già previsto per l’orso, con intervento di squadre forestali, ulteriori tiri di dissuasione, necessari abbattimenti, come già avviene in altri stati europei, poiché il lupo non compare più come specie a rischio estinzione nelle liste rosse IUCN (International Union for Conservation of Nature).


N.B. Alcuni dati:

-In Piemonte gli ovicaprini rappresentano appena il 20% degli animali alpeggiati (80% sono bovini!) ma subiscono il 92% degli attacchi da lupo.

-Si stima che la popolazione di lupi aumenti ogni anno circa del 20-30%, mentre il numero dei piccoli allevatori di montagna diminuisce costantemente (da 2891 aziende nel 1980, a 767 nel 2010 – dati censimento bestiame: -74% in 20 anni!).

Chi è la specie a rischio di estinzione?


Cristiano Peyrache – Bellino/ Blins (Val Varaita) – Associazione Pastour de Blins
Anna Arneodo – Coumboscuro (Valle Grana) – Socio Escaroun
Claudio Biei – Barge (Valle Po) - Presidente AsFo Barge
Gloria Degioanni – Vinadio/ Vinai (Valle Stura) – Socio Escaroun
Gesine Otten – Montecrestese (Ossola) – Comitato Salvaguardia Allevatori (VCO)

Con l’appoggio dei professori Andrea Cavallero e Luca Maria Battaglini UNITO


C.S.

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