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Regione | 18 novembre 2025, 20:09

Ospedale del Vco, via libera alla sospensione: si riapre il confronto sulla localizzazione del nuovo presidio

Il Consiglio regionale vota all’unanimità: sei le ipotesi sul tavolo. Tra accuse incrociate e visioni opposte, la politica torna a discutere del futuro della sanità

Ospedale del Vco, via libera alla sospensione: si riapre il confronto sulla localizzazione del nuovo presidio

Il Consiglio regionale ha dato il via libera all'unanimità alla sospensione della delibera di giunta regionale che prevedeva la ristrutturazione degli ospedali di Verbania e Domodossola.
La decisione apre una nuova fase di studio e confronto con il territorio per definire la localizzazione del nuovo presidio ospedaliero dell’Asl Vco, in linea con le prescrizioni del Ministero della Salute.

“Rivendichiamo con forza la specificità del Vco, un territorio tripolare con caratteristiche uniche che richiedono un’organizzazione sanitaria moderna ed equilibrata - ha spiegato l’assessore alla Sanità, Federico Riboldi - per questo riteniamo indispensabile dotarlo di un ospedale nuovo, capace di offrire tecnologie avanzate, migliori condizioni di lavoro e una reale capacità di attrarre personale qualificato. Ringrazio la conferenza dei sindaci per il lavoro rapido ed efficace, che ci ha permesso di disporre di sei possibili localizzazioni del nuovo presidio (Verbania, Domodossola, Gravellona Toce, Ornavasso, Piedimulera e Villadossola). Con questa sospensione potremo procedere in modo coerente verso la realizzazione di un unico Dea di primo livello in quel territorio. Ma la nostra è anche una valutazione politica: il Vco deve avere pari dignità rispetto al resto del Piemonte e merita finalmente una struttura ospedaliera moderna, efficiente e adeguata a una comunità che attende risposte da trent’anni”.

Durante il dibattito, Daniela Cameroni e Gianluca Godio (Fdi) hanno evidenziato che “la sanità del Vco vive da anni difficoltà strutturali e la geografia complessa del territorio rende sempre più difficile sostenere due presidi ospedalieri distinti. Per questo riteniamo necessario superare le vecchie contrapposizioni e prendere atto con realismo del nuovo quadro tecnico e normativo. Oggi non arretriamo, ma avviamo di una fase più rigorosa, fondata su criteri oggettivi e su una valutazione seria delle sei proposte dei sindaci. La fuga di personale verso la Svizzera e l’inefficienza delle doppie strutture impongono scelte chiare. Riteniamo inevitabile puntare su un’unica struttura moderna e baricentrica, capace di dare stabilità e attrattività, usciamo definitivamente dalla logica dei campanili. Sosteniamo con convinzione l’approccio dell’assessore Riboldi, improntato a metodo, trasparenza e responsabilità”.

Il Partito Democratico per voce di Domenico Rossi e di Gianna Pentenero, Mauro Calderoni, Monica Canalis, Laura Pompeo, Domenico Ravetti, Emenuela Verzella, ha ricordato che “la maggioranza non ha assunto alcun impegno concreto sull’ospedale unico e baricentrico del Vco. Il doppio voto in aula – approvazione della delibera dell’assessore e bocciatura del nostro odg – rivela l’ennesimo bluff della maggioranza. La delibera parla solo di un Dea unico di primo livello, senza mai citare l’ospedale unico e lasciando aperta ogni ipotesi, compresa la delega ai privati. Dopo sei anni di ritardi, questo stallo è inaccettabile. Il presidente Cirio non può continuare a far finta di nulla: ha il dovere di sostenere lo scenario dell’ospedale unico e baricentrico”

Il gruppo M5s con Sarah Disabato, Alberto Unia e Pasquale Coluccio, ha ricordato il voto favorevole, sottolineando che “siamo di fonte a una mossa forzata che giunge a seguito della bocciatura da parte del Ministero che ha sconfessato la giunta Cirio che per anni si è incaponita insensatamente contro l’ospedale unico, con prese di posizione che non guardavano al bene del Vco ma alla mera logica del campanile. Oggi riconosciamo la svolta dell’assessore, ma la responsabilità politica di questo errore è della maggioranza che governa da sei anni. Si vada avanti senza ulteriori perdite di tempo, come richiesto dai sindaci del territorio”. 

“Come Avs vogliamo mettere al centro la necessità di garantire cure realmente accessibili per tutti - hanno spiegato Alice Ravinale, Valentina Cera e Giulia Marro - prima ancora di discutere di nuove mura. Vediamo una forte sproporzione nell’investimento sull’edilizia sanitaria, mentre auspichiamo che la stessa volontà di spendere risorse si estenda anche agli altri capitoli fondamentali della sanità. Le criticità per i cittadini del VCO, infatti, non si risolvono solo con un edificio nuovo. Qualsiasi scelta strutturale deve essere accompagnata da un serio rafforzamento della medicina di prossimità. Senza servizi territoriali, assistenza domiciliare e continuità delle cure, nessun ospedale sarà davvero efficace. Per questo sosteniamo una visione più ampia, che tenga insieme infrastrutture e diritti dei cittadini”.

Per la capogruppo Sue, Vittoria Nallo, “questo atto non decide nulla in modo definitivo, ma rinvia la scelta tra costruire un solo ospedale o due, dopo altre valutazioni. Votiamo convintamente, si imbocca la strada che per anni abbiamo indicato. Abbiamo sempre tenuto alta l’attenzione, anche quando accusati di mancanza di decenza: la decenza, per me, è dire la verità e smascherare le contraddizioni. Questa svolta è una vittoria dell’opposizione, che ha imposto il ritorno alla sola soluzione possibile, quella baricentrica. Il nuovo ospedale deve nascere dove serve a tutti, non dove conviene a qualcuno”.

Nell’ultimo intervento, Luigi Icardi ha invitato a “leggere davvero documenti e numeri. Nel 2019 non abbiamo smontato i progetti ereditati da Chiamparino: abbiamo portato avanti Città della Salute di Torino, sbloccato Novara e garantito continuità amministrativa, che è un valore. Non abbiamo mai voluto affossare l’ospedale unico del Vco, ma il progetto di Ornavasso era irrealizzabile sotto ogni profilo: sito non raggiungibile, senza strade, finanziamenti fortemente insufficienti, parcheggi da scavare nel granito e nessun consenso reale dei sindaci. Il Ministero già nel 2018 imponeva un solo Dea nel Vco. Per questo abbiamo adottato il “piano b" – due ospedali integrati con un solo Dea – perché Ornavasso era un bluff, nato solo per non perdere servizi. Oggi però l’assessore ci dice che le condizioni sono cambiate: i sindaci hanno maturato un’altra consapevolezza, anche se alcune loro posizioni restano contraddittorie. Un’opera così si realizza solo col consenso del territorio. Spero che l’assessore riesca a portare a breve in Consiglio un progetto condiviso e migliorativo per la sanità del Vco”.

comunicato stampa

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