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Ultim'ora | 08 ottobre 2025, 11:43

Il figlio di Liliana Segre contro Francesca Albanese: "È ossessionata da mia madre"

Il figlio di Liliana Segre contro Francesca Albanese: "È ossessionata da mia madre"

(Adnkronos) - "Purtroppo avevo già l'idea che la dottoressa Albanese facesse parte di quella categoria ahimè ampia di persone che io definisco ossessionate da Liliana Segre. C'era infatti già stato un precedente". Lo dice il figlio di Liliana Segre, Luciano Belli Paci, in un'intervista rilasciata al 'Corriere della Sera'. "La giurista aveva postato una sua immagine davanti a un murale con il volto di mia madre e la parola 'indifferenza' - spiega - L'hashtag era #Gazagenocide, come a dire che le dichiarazioni fatte da Liliana Segre su Gaza fossero in contraddizione con il suo impegno di sempre a non voltarsi dall'altra parte. Evidentemente Albanese non aveva letto le parole di mia madre in cui afferma di provare repulsione per il governo di Netanyahu e la destra fascistoide e razzista al potere oggi in Israele; quelle in cui dice che bisogna piangere per i bambini di ogni nazionalità ed esprime dolore per le vittime civili; quelle in cui denuncia i crimini di guerra e contro l'umanità commessi sia da Hamas sia dall'esercito israeliano. È bastato che esprimesse il suo pensiero sull'opportunità di non usare la parola genocidio per suscitare disprezzo".  

"In Italia sembra in atto, non solo da parte di Albanese, una sorta di 'pulizia del pensiero' per cui non solo bisogna dire certe cose, ma dirle anche in un certo modo - continua nell'intervista - Questo però distrugge il confronto democratico. In questa fase la guerra è stata importata nel dibattito, lo contamina. È come se ci fosse un arruolamento dall'una o dall'altra parte. E questo non porta benefici ai palestinesi, ma solo intolleranza. Non siamo ancora arrivati alla situazione degli anni Settanta, ma dobbiamo tenere presente che la violenza fisica parte sempre da una violenza che prima è stata verbale e morale".  

"Ogni parte politica tira l'acqua al suo mulino - aggiunge - Ma nel dibattito sul genocidio non può essere vietato sostenere una tesi diversa da quella di Albanese. Gli storici Marcello Flores e Andrea Graziosi, ad esempio, i maggiori esperti in Italia di genocidio, non concordano sull'uso della parola per Gaza". "In questi mesi la giurista si è posta più come militante che come un tecnico in posizione di terzietà, e se si entra nel dibattito così, poi bisogna accettare che tutti partecipino senza essere silenziati - dichiara Luciano Belli Paci - O pubblicamente umiliati come il sindaco di Reggio Emilia che, mentre la stava premiando, ha osato dire che per arrivare alla pace serve anche liberare gli ostaggi israeliani".  

"Il problema va oltre Albanese. C'è anche chi equipara Hamas alla Resistenza. E questo non dovrebbe essere minimizzato. La sinistra in particolare, che chiamo in causa proprio perché me ne sento parte, se ne dovrebbe fare carico. Invece c'è una certa tolleranza verso gli intolleranti", conclude. 

 

Francesca Albanese è stata protagonista di un 'caso' nella puntata di In Onda di domenica sera. Albanese, che avrebbe dovuto lasciare lo studio attorno alle 21 per un altro impegno, si è alzata improvvisamente ed ha abbandonato la trasmissione di scatto mentre un altro ospite, Francesco Giubilei, si diceva d'accordo con la posizione espressa dalla senatrice Segre sulla definizione di genocidio e sul dramma di Gaza. 

 

webinfo@adnkronos.com (Web Info)

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