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Cronaca | 10 settembre 2025, 08:12

Nuove truffe su WhatsApp, l’allarme della Polizia: “Non cliccate link sospetti”

Messaggi falsi che rubano dati e contatti anonimi generati dall’intelligenza artificiale: così i cybercriminali ingannano gli utenti

Nuove truffe su WhatsApp, l’allarme della Polizia: “Non cliccate link sospetti”

Negli ultimi giorni si sta diffondendo in Italia un nuovo tentativo di truffa su WhatsApp, che sfrutta messaggi ingannevoli e false notifiche per spingere gli utenti a fornire dati personali o a cliccare su link fraudolenti.

La Polizia di Stato invita alla massima attenzione, ricordando che WhatsApp non richiede mai verifiche tramite sms o chat. «Diffidate sempre di comunicazioni che vi chiedono di inserire credenziali o di confermare l’account cliccando su un collegamento esterno» è l’avvertimento degli esperti.

Uno degli schemi più diffusi è quello del messaggio che segnala un account “non verificato” e invita a procedere tramite link. Una volta cliccato, l’utente viene indirizzato a una pagina web fasulla dove, spaventato dal rischio di perdere l’accesso, è portato a inserire i propri dati personali.

Accanto a questo meccanismo, si sta diffondendo anche la truffa del contatto anonimo: un numero sconosciuto avvia una conversazione, spesso inviando foto di presunti giovani con tratti orientali. In realtà, si tratta di immagini generate dall’intelligenza artificiale. L’obiettivo è creare un rapporto che può evolvere in tentativi di truffa romantica o nella richiesta di password e credenziali di accesso.

Secondo la Polizia, queste frodi funzionano perché sfruttano la fretta, la paura o la curiosità delle persone. Promesse come lo “sblocco” di un servizio o la possibilità di un nuovo contatto portano spesso gli utenti a cliccare senza riflettere.

Come difendersi

Gli esperti suggeriscono alcune regole semplici ma efficaci:

Non cliccare link sospetti ricevuti via sms o chat.

Controllare sempre la fonte: WhatsApp non chiede verifiche tramite messaggi.

Prestare attenzione ai dettagli: errori grammaticali e loghi sfocati sono segnali di allarme.

Evitare contatti anonimi che inviano foto o chiedono di proseguire la chat.

Mai condividere dati personali o password: banche, app e servizi digitali non li richiedono via chat.

Segnalare i tentativi di frode alla Polizia Postale o tramite i canali ufficiali della Polizia di Stato.

In un contesto in cui i criminali sfruttano anche l’intelligenza artificiale per rendere più credibili le loro trappole, la consapevolezza degli utenti resta la difesa più solida: riconoscere i campanelli d’allarme e mantenere un atteggiamento prudente può fare la differenza.

Redazione

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