“I ghiacciai e le montagne sono sempre più fragili e a rischio crolli. Urgente avviare un sistema europeo di monitoraggio criosferico, su permafrost e fusione dei ghiacciai insieme a una governance europea dei ghiacciai. In questo percorso è importante prendere come modello di gestione del rischio quello utilizzato in Svizzera”. È questo l’appello che da Blatten lancia oggi “Carovana dei ghiacciai” di Legambiente, la campagna che monitora i giganti bianchi in collaborazione con Cipra Italia e la Fondazione Glaciologica Italiana, al suo secondo giorno di tappa in Svizzera. E lo fa con un flash mob organizzato proprio di fronte al villaggio alpino di Blatten, nel canton Vallese, distrutto quasi tre mesi fa dal crollo della parete e dal collasso del ghiacciaio, ma evacuato per tempo dieci giorni prima del crollo, grazie ai costanti e rigorosi monitoraggi fatti negli anni sul ghiacciaio, sulla parete, e sui potenziali rischi di instabilità. Monitoraggi che hanno permesso di salvare vite umane a Blatten e di seguire passo dopo passo l’evoluzione dell’area a rischio. In particolare, nel 2022 la mappatura prodotta dal servizio rischi nel Canton Vallese ha permesso di geolocalizzare 89 aree a rischio, tra queste anche il villaggio Batlen. Qui, secondo le stime volumetriche prodotte per il caso di Blatten a giugno e fornite dall’unità rischi naturali Canton Vallese, sono crollati 9 milioni di metri cubi di roccia e tre milioni di metri cubi di ghiaccio.
Un modello di gestione del rischio, quello svizzero, che secondo Carovana dei ghiacciai, può essere preso come buona pratica ed esempio di esperienza per i giganti bianchi, senza dimenticare che la cooperazione tra stati è fondamentale su questi temi. Per questo Carovana dei ghiacciai, al grido “il tempo di agire è ora”, ha esposto lo striscione 4X4 con scritto “governance europea dei ghiacciai”. Un messaggio che ha rilanciato insieme al Manifesto Europeo dei ghiacciai e delle risorse connesse che Legambiente ha promosso insieme a Cai, Cipra Italia, Fondazione Glaciologica italiana, e sottoscritto da oltre 80 firmatari tra associazioni europee, enti ricerca, docenti universitari.
“Da Blatten – commenta Vando Bonardo, responsabile nazionale Alpi di Legambiente e presidente Cipra Italia – ribadiamo l’importanza di creare un sistema europeo di monitoraggio criosferico, favorendo la condivisione di esperienze maturate a livello locale e regionale, avendo come riferimento il caso esemplare di gestione di Blatten, e sviluppando un insieme comune di regole per il monitoraggio. In particolare, occorre istituire una rete multidisciplinare di competenze con l’obiettivo da condividere e costruire una governance europea dei ghiacciai e del rischio, valorizzare gli strumenti e le politiche internazionali per la mitigazione e l’adattamento alla crisi climatica nelle aree glaciali europee. Carovana dei ghiacciai monitorerà quanto si sta facendo a Blaten anche riguardo le soluzioni adottate nell’area e per quello che si farà per il nuovo insediamento destinato agli abitanti”.
“Il caso di Blatten - dichiara Marco Giardino, vicepresidente della Fondazione Glaciologica Italiana e professore di geografia fisica e geomorfologia dell’Università di Torino - è l’emblema degli effetti disastrosi che il riscaldamento climatico può provocare sul territorio montano, ma al tempo stesso la dimostrazione di come la ricerca e il monitoraggio contribuiscano a ridurre i rischi. Nel caso specifico, i dati scientifici dimostrano che il riscaldamento globale degli ultimi decenni ha progressivamente degradato il permafrost ad alta quota, e ciò ha determinato l’instabilità sulla parete poi crollata sul ghiacciaio che è collassato dimezzando il proprio volume e trasferendosi come valanga di ghiaccio e roccia sul villaggio alpino di Blatten. Ma il monitoraggio realizzato prima dell’evento ha permesso di evacuare l’area a rischio e ridurre al minimo la perdita di vite umane”.