/ Cronaca

Cronaca | 18 giugno 2025, 15:00

Funivia del Mottarone: nuovo capitolo giudiziario per la strage del 2021

Cinque imputati, accuse rimodulate e ipotesi di patteggiamento: il processo riparte tra novità procedurali e il dolore ancora vivo dei familiari delle vittime

Funivia del Mottarone: nuovo capitolo giudiziario per la strage del 2021

Riparte il procedimento giudiziario per la tragedia della funivia del Mottarone, costata la vita a 14 persone il 23 maggio 2021. Domani si terrà una nuova udienza preliminare esplorativa per fare chiarezza sulle responsabilità penali dei cinque imputati, tra cui tecnici, dirigenti e gestori dell’impianto.

L’ultima volta che le parti si erano incontrate in aula risale a settembre scorso, quando il giudice per l’udienza preliminare, Rosa Maria Fornelli, aveva rimandato gli atti alla procura, ritenendo non adeguate alcune imputazioni. A seguito di questo intervento, i pubblici ministeri hanno ridefinito le accuse, rinunciando alla contestazione di omissione dolosa di cautele contro gli infortuni per tre degli indagati: Gabriele Tadini (caposervizio), Luigi Nerini (gestore della funivia) e Enrico Perocchio (direttore di esercizio).

Ma la procura – con la Pm Laura Carrera e il procuratore Alessandro Pepè – ha deciso di non fare passi indietro: chiede il rinvio a giudizio dei tre per attentato alla sicurezza dei trasporti pubblici, in forma colposa e con aggravanti legate al disastro che ne è seguito.

Secondo l’accusa, la mancanza di controlli e la decisione deliberata di disattivare i freni d’emergenza, per permettere il funzionamento di una cabina difettosa, sarebbero state determinanti per la tragedia. Una perizia tecnica ha confermato che la fune traente si trovava in condizioni critiche, con il 68% dei fili già danneggiati nel punto in cui si è spezzata.

Tra gli imputati figurano anche due dirigenti della multinazionale Leitner, che si era occupata della manutenzione e dell’ammodernamento dell’impianto: il vicepresidente Martin Leitner e il responsabile clienti Peter Rabanser. Per loro le accuse principali sono di omicidio colposo plurimo e lesioni gravi. In precedenza, era già stato archiviato il procedimento nei confronti del presidente del gruppo, Anton Seeber.

La società Leitner ha versato un maxi risarcimento a circa novanta familiari delle vittime, portando molti di loro a rinunciare alla costituzione di parte civile. Diversa la situazione per Luigi Nerini, il cui massimale assicurativo (10 milioni di euro) non è risultato sufficiente a coprire tutte le richieste di danni: alcuni parenti delle vittime sono quindi pronti a tornare in giudizio per ottenere ulteriori indennizzi.

Il personaggio chiave resta Gabriele Tadini, unico tra gli imputati ad aver confessato di aver disattivato i freni di emergenza tramite l’inserimento di appositi forchettoni. Ha trascorso sei mesi ai domiciliari e ora, secondo il suo legale Marcello Perillo, è in corso una valutazione sull’ipotesi di patteggiamento, che potrebbe alleggerire la sua posizione con uno sconto di pena.

Sarà il presidente del tribunale di Verbania, Gianni Macchioni, a guidare l’udienza di domani in veste di nuovo Gup. Dopo il confronto con le difese, deciderà chi dovrà essere rinviato a giudizio e per quali reati. Resta ancora incerta la strada verso un eventuale processo o, per alcuni imputati, un possibile proscioglimento.

Redazione

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A GIUGNO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare 2024" su Spreaker.
Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore