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Attualità | 01 maggio 2025, 18:00

Crisi Quartiere Est, Socialismo XXI secolo: "Bavaglio ai cittadini e al presidente"

"Una lista civica deve cercare di coinvolgere attivamente i cittadini alla vita amministrativa al fine di soddisfarne le necessità"

Crisi Quartiere Est, Socialismo XXI secolo: "Bavaglio ai cittadini e al presidente"

Il gruppo Socialismo XXI secolo Verbania interviene sulla vicenda del consiglio del Quartiere Est di Verbania, dopo la modifica del regolamento introdotta dalla giunta Albertella. Di seguito le parole del gruppo, che in una nota si schiera contro l’amministrazione stessa.

“Lo avevamo già espresso chiaramente appena prima della decisione unilaterale della giunta di modificare il regolamento dei consigli di quartiere: i Quartieri debbano essere per i residenti organi partecipativi alla vita cittadina con una chiara connotazione propositiva, indipendenti da influenze partitiche. Queste devono caratterizzare l’orientamento politico del consiglio comunale, non dei quartieri, che non sono un’emanazione sua, tanto meno della giunta. Non solo: il nostro appello è rimasto inascoltato, ma dobbiamo rilevare, a questo punto, come il signor Francioli avesse ragione considerando che la modifica del regolamento dei quartieri avesse l’unico scopo di liberarsi della sua ingombrante presenza, che evidentemente rappresentava un problema per l’amministrazione comunale. Il cui obiettivo risulta oggi piuttosto evidente: politicizzare i quartieri, inserendo ovunque, non solo a Verbania Est, rappresentanti della propria lista civica che di civico a questo punto ha ben poco, ma tanto di partito politico.

Una lista civica nella sua funzione, pur politica, deve precipuamente cercare di assolvere all’obiettivo principale di coinvolgere attivamente i cittadini alla vita amministrativa al fine di soddisfarne le necessità, anche le più elementari. Mettere un bavaglio ad un presidente di quartiere, che di fatto lavora in questo senso e che quindi potremmo considerare civico (teso a un ruolo amministrativo, anche politico ma non partitico) ci pare chiaramente antitetico rispetto al mandato della lista cui Albertella fa riferimento. Tale atteggiamento si è poi aggravato quando lo scorso 15 aprile, data in cui l’amministrazione comunale ha ufficializzato lo scioglimento del consiglio di quartiere Est, la gestione della pagina Facebook del quartiere è passata sotto l’amministrazione unica del consigliere delegato ai rapporti con i quartieri Sergio Baldan, il quale stabiliva unilateralmente (senza quindi consultarsi con gli ex consiglieri e tanto meno con i residenti del quartiere) che tale organo istituzionale restasse attivo per la raccolta della segnalazioni dei cittadini nonché per la sola pubblicazione di notizie di utilità generale. In realtà la pubblicazione di segnalazioni, informazioni, proposte e avvisi postati dai cittadini passa al vaglio censorio del consigliere Baldan, il quale di fatto decide se un post possa o meno essere pubblicato (e abbiamo ricevuto testimonianze certificate di tale atteggiamento). Non solo, è stata anche inibita la possibilità per i cittadini di poter commentare i post decisi e pubblicati esclusivamente dallo stesso Baldan. In sostanza, totale bavaglio ai cittadini di Verbania che volessero segnalare o commentare qualsivoglia notizia inerente all’amministrazione del loro quartiere.

A noi pare più onesto, politicamente e intellettualmente, che la pagina Facebook del Quartiere Est, in assenza di un organo di governo che la gestisca (come chiaramente indicato nel nuovo regolamento), venga temporaneamente sospesa dalla sua funzione in attesa della elezione del nuovo consiglio di quartiere, piuttosto che presa in carico da un consigliere comunale facente parte della maggioranza nonché membro di Verbania Futura, in sostanza alla mercè politica e propagandistica della “lista civica” del sindaco Albertella.

Subito dopo le elezioni del consiglio del quartiere Est previste l’8 e 9 giugno sarebbe giusto e corretto riaprire una discussione ampia e seria sul regolamento dei quartieri, coinvolgendo i cittadini, se si vuole davvero capire perché non partecipano e che cosa si aspettano dal consiglio del proprio quartiere”.

l.b.

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