Dall’indagine #LaTuaVoceRacconta emerge un quadro drammatico: la maggior parte degli infermieri italiani, schiacciati da carichi insostenibili e retribuzioni inadeguate, è costretta a indebitarsi per arrivare a fine mese. I risultati dell’indagine, condotta su un campione di oltre 3.000 professionisti, sono stati presentati al congresso nazionale del Nursing Up e sono stati definiti dal presidente Antonio De Palma un “grido d’allarme che non può più essere ignorato”. Tra i dati più gravi: quasi il 98% degli intervistati si sente sottovalutato economicamente, il 71% ricorre ai prestiti e il 75% sconsiglierebbe la propria professione a un amico o familiare.
De Palma ha denunciato la crisi profonda della professione: “Se gli infermieri italiani, colonne portanti della sanità, rinunciano alla propria carriera o cercano opportunità all’estero, come testimoniato da professionisti come Giulia Cellini e Daniele Notarrigo, significa che la politica sanitaria ha fallito”. Entrambi hanno espresso la volontà di tornare, ma solo a fronte di un reale cambiamento in Italia.
Nel corso del congresso è stato ricordato come il Nursing Up sia riuscito a ottenere importanti risultati, tra cui la prima indennità di specificità infermieristica con la manifestazione al Circo Massimo del 2020. Tuttavia, il raddoppio dell’indennità, ottenuto grazie all’impegno del sindacato, è stato consegnato a rate e negato alle ostetriche. De Palma ha dichiarato: “I soldi li meritiamo tutti e subito. Non possiamo aspettare. Aumentiamo gli stipendi: la nostra pazienza è finita”.
Il Nursing Up scenderà di nuovo in piazza il 20 novembre, accanto ai medici, per chiedere risposte concrete. “Siamo stati il primo sindacato a ottenere risultati inaspettati, ma ora chiediamo di più: valorizzazione immediata e rispetto. L’Italia non può permettersi di ignorare il grido d’aiuto dei suoi infermieri. Siamo il presente e il futuro della sanità: senza di noi, il sistema è destinato a crollare”, ha concluso De Palma.