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Sanità | 09 settembre 2024, 18:10

Gallina (Uil) sui Castelli: "Il reparto di medicina interna in condizioni pessime, la direzione nega l'evidenza"

Botta e risposta tra il sindacalista e la direzione dell'Asl Vco sulle criticità dell'ospedale verbanse

Gallina (Uil) sui Castelli: "Il reparto di medicina interna in condizioni pessime, la direzione nega l'evidenza"

Risale a fine luglio la denuncia di Angelo Gallina, segretario della Uil Fpl, nei confronti del reparto di medicina interna dell’ospedale Castelli di Verbania: dopo essere stato ricoverato per alcuni giorni, aveva segnalato alla direttrice generale dell’Asl Vco Chiara Serpieri diversi problemi rilevati nella struttura, quali aria condizionata non funzionante, mancanza di acqua calda nei bagni, comodini e piantane per le fleboclisi inutilizzabili.

Il 22 agosto Serpieri ha risposto alla protesta di Gallina, assicurando che “alcune situazioni evidenziate sono dovute alla vetustà dell’immobile, tant’è che, come ampiamente noto, regione Piemonte ha previsto la sua rigenerazione completa”. Inoltre, “è stata richiesta all’ufficio tecnico una verifica per quanto riguarda il ricambio d’aria” e “i servizi preposti sono stati sollecitati ad intervenire per superare le criticità emerse. La direttrice dell’Asl Vco sottolinea, inoltre, che “riguardo l’impossibilità di utilizzare l’acqua calda, ci scusiamo per l’inconveniente, ma si tratta di una chiusura programmata degli impianti dovuta ad un problema dell’impianto stesso” e che “i mobili e le suppellettili non sono nuovi, ma tutti i letti (elettrici e di nuovissima generazione) hanno a disposizione una piantana dedicata per fleboclisi per gli allettati e di norma le piantane con ruote sono dedicate agli spostamenti necessari. La piantana mobile segnalata è stata sostituita”.

Sembra, tuttavia, che le spiegazioni fornite da Serpieri non siano state sufficienti. Gallina ha infatti nuovamente replicato alla direzione generale di Asl Vco. Queste le sue parole nella nuova lettera:

“Mi sono chiesto se quanto è stato scritto lo ha potuto verificare di persona oppure le informazioni riportate hanno subito degli aggiustamenti con l'intento di negare l'evidenza di alcuni aspetti. Ritengo che qualcosa non torni tra ciò che io ho visto nei giorni del mio ricovero e ciò che Lei ha scritto. Nella attuale struttura dell’ospedale Castelli, costruita intorno agli anni ‘80, certamente datata, ci sono reparti che via via sono stati ammodernati e offrono oggi una degenza confortevole. Il reparto di medicina interna è l'unico che non è stato interessato da un rinnovamento e la condizione in cui oggi si trova non può essere nascosta, è visibile agli occhi di chiunque. Mi pare del tutto inutile comunicare che è prevista la sua rigenerazione completa, quando ancora deve essere avviata la procedura di finanziamento ed è da definire la predisposizione di una progettualità adeguata. Con queste premesse è difficile se non persino impossibile stabilire l'anno dell'avvio dei lavori e della fine degli stessi.

Cosa poi dire degli interventi fatti per migliorare il servizio alberghiero quando da circa un anno manca il rubinetto dell'acqua calda del bidet, quando da anni in un bagno cieco non è funzionante una aspirazione forzata, quando da sempre non c'è un ripiano nel bagno per riporre i prodotti per la propria igiene quotidiana, quando il contro soffitto dà segni di cedimento, quando alcuni comodini non sono utilizzabili.

Se i letti elettrici, di nuova generazione, sono dotati di materassi dello spessore di pochi centimetri, questi non sono certamente indicati per le lunghe degenze per persone anziane.

Tutte le piantane mobili devono essere sostituite, perché quelle presenti nel reparto sono tutte inutilizzabili.

L'aria condizionata non funziona da anni e, precisamente, nel 2019 i R.L.S. hanno fatto un sopralluogo, su richiesta dei lavoratori, per una segnalazione riguardante le temperature ed hanno informato gli organi di vigilanza, da allora su quel versante nulla è stato fatto. Se poi si intende per impianto raffrescante quello dei ventilatori, questi non sono indicati per un reparto ospedaliero e non adatti per garantire un riciclo d'aria. Il ricambio d'aria si ha solo aprendo le finestre ma quando all'esterno si superano i 30 gradi di calore, non è certamente salutare.

Si dovrebbe spiegare a tutti quei cittadini che sono stati o sono attualmente ricoverati nel reparto di medicina interna perché le soluzioni di comfort ed umanizzazione sono datate e pertanto non rispondenti alle aspettative odierne dei pazienti, nonostante ognuno di essi, paga regolarmente le tasse e contribuisce con circa 3.000 euro all'anno al finanziamento del Servizio Sanitario Nazionale, nel quale rientrano anche le strutture ospedaliere.

Sono quasi 25 anni che la politica sta discutendo come devono essere organizzati i servizi sanitari nel Vco e, in attesa, la sua direzione si è scordata di ammodernare il reparto di medicina interna dell'Ospedale di Verbania.

Non so se il personale sanitario ha presentato lamentele ai R.L.S., in questo ultimo periodo, so di certo che molti si sono arresi di fronte ad una situazione ormai fuori controllo.

Dopo la sua ultima, ho potuto verificare che abbiamo una visione diversa dei problemi e non sono sorpreso che il personale negli ultimi periodi abbia ricevuto molti attestati di ringraziamento ed elogi. Chi è ricoverato potrebbe aver notato, come ho notato io, che, nonostante tutto, il personale si adopera con passione e professionalità per assistere i pazienti. Purtroppo, la sua direzione, che non si è accorta dei limiti, delle ingiustizie e delle discutibili condizioni di lavoro dell’Asl Vco, non si mai è complimentata con essi, per quello che stanno facendo.

Ho potuto notare altresì che, in alcuni casi, vengono anche negati alcuni diritti contrattuali.

Credo che non sia possibile rinviare l'ammodernamento del reparto di medicina interna di Verbania e sollecitare i servizi preposti ad intervenire per superare le criticità non può essere considerata la soluzione radicale che ha bisogno il reparto. Infine, non condividendo le soluzioni da Lei proposte, chiederò l'intervento degli organi competenti.

E per concludere, io stesso ho ringraziato personalmente tutte le figure professionali che si sono adoperate per la mia cura ed il mio benessere. Ed ora nel mio ruolo di sindacalista, mi adopero perché abbiano condizioni migliori in ambito lavorativo”.

l.b.

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