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Attualità | 23 febbraio 2024, 18:00

Dal lago Maggiore a Capo Nord: l’impresa di Elia Sacchelli a sostegno di progetti sull’autismo

Nel mese di luglio l'atleta percorrerà la distanza tra Verbania e Capo Nord alternando corsa, pattini e bicicletta

Dal lago Maggiore a Capo Nord: l’impresa di Elia Sacchelli a sostegno di progetti sull’autismo

Elia Sacchelli, outdoor guide e istruttore di trekking, ciclismo e running di Verbania, presenta la sua nuova impresa: un progetto chiamato “Strada del Cuore - Dal lago Maggiore a Capo Nord”, da lui ideato ormai alcuni anni fa e che nel 2024 vedrà finalmente la luce. Il progetto è realizzato con la collaborazione di Tommaso Fusaro, Rete del Dono, ANGSA VCO e Kiwanis Club Verbania.

“Qualche anno fa ho compiuto alcune sfide sportive con fine benefico ed avevo in mente di realizzare, un giorno, un super progetto chiamato "Strada del Cuore". Covid e successivi problemi personali hanno annullato la possibilità di farlo”, spiega Sacchelli. “È passato molto tempo e, per farla breve, voglio riprovarci!”.

Nel mese di luglio, dunque, l’atleta partirà dal lago Maggiore alla volta di Capo Nord. Inizierà con la corsa, partendo da Verbania per arrivare ad Airolo (CH), percorrendo 130 chilometri. Indosserà poi i pattini a rotelle per percorrere ben 1200 chilometri, attraversando tutta l’Europa centrale fino a Rostock. Infine, 2400 chilometri in bicicletta per tutta la Scandinavia, fino ad arrivare a Capo Nord.

Il tutto con scopo benefico, per raccogliere fondi da destinare a due diversi progetti legati all’autismo. Il primo è “La strada verso casa”: un percorso complesso di molti elementi, votato ad aiutare la genitorialità delle famiglie di ragazzi autistici ed in contemporanea creare un percorso di esperienza abitativa per i ragazzi. Nei fine settimana i ragazzi con disabilità vengono accompagnati presso case accessibili o strutture residenziali adeguate. L’obbiettivo è quello di abituarli all’autogestione degli aspetti pratici della vita ma anche e soprattutto della relazione e della socialità, che devono imparare, nei limiti delle possibilità individuali, a gestire autonomamente senza la mediazione dei genitori.

Il secondo progetto è invece “Progetto Pulcini”: l'idea nasce dall'esigenza dei bambini dai 4 ai 6-8 anni di poter fare esperienze in gruppo di gioco, di laboratorio e sportive anche dopo la fine della scuola. Lo spazio “vuoto” che si creava durante i mesi estivi per i bambini con sindrome dello spettro autistico che, data la tenera età, hanno bisogno di un supporto 1:1 specifico, risultava faticoso e difficile sia per i bambini che per le famiglie stesse. Fornire delle occasioni di apprendimento durante l'estate garantisce un approccio sereno e tranquillo sia per il bambino che per le rispettive famiglie che può avere momenti di respiro anche durante i tre mesi di stop scolastico.

 

Redazione

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