Granitico nelle sue certezze, Roberto Calderoli, ministro degli affari regionali e delle autonomie del governo Meloni, le ha riproposte venerdì sera nello spazio dell’Hockey Cafè, teatro come da anni della festa “La Lega delle Idee”.
L’autonomia differenziata anzitutto, su cui il ministro fa professione di ottimismo, anche al di là delle cronache quotidiane dei palazzi della politica.
“Non c'è un legame diretto – spiega parlando con i giornalisti - tra il percorso di riforma costituzionale sul premierato e la legge sull'autonomia differenziata. Sono due riforme in cui noi crediamo, indispensabili per l'ammodernamento del Paese, che sono entrambe contenute nel programma di governo". E aggiunge: "La riforma costituzionale credo che verrà presentata nel mese di settembre da parte del ministro Casellati: è un progetto a cui crediamo perché il premierato l’avevo introdotto nella mia riforma costituzionale del 2005". E la questione dei cosiddetti “livelli essenziali di prestazione”, per Calderoli non è un ostacolo: "non rappresentano un problema legato all'autonomia differenziata, ma allo spessore della democrazia del Paese. Noi 22 anni fa abbiamo detto che lo Stato avrebbe dovuto definire quali sono i diritti civili e sociali a cui il cittadino ha diritto, ma nessuno li ha mai scritti. Diversamente abbiamo una puntualità dello Stato nel definire quali tasse i cittadini devono pagare, ma nessuno ha mai detto in corrispondenza di quelle tasse a quali prestazioni si ha diritto. Quindi - ha concluso - io non credo che quella dei Lep sia una questione legata all'autonomia differenziata ma a una crescita e una maturità del Paese"
Dell’importanza del rafforzamento delle autonomie locali ha detto il sindaco di Novara Alessandro Canelli. Da vero esperto quale ormai è anche grazie alla sua esperienza in Anci Nazionale, ha spiegato alla platea (non foltissima, forse una ottantina di militanti) il funzionamento dei meccanismi di finanza locale, individuando proprio in un maggior grado di autonomia un importante “toccasana” per rispondere meglio alle esigenze dei cittadini.
Che però il percorso verso questo obiettivo non sia esattamente una passeggiata sul velluto lo dice con chiarezza Riccardo Molinari, capogruppo a Montecitorio e segretario regionale: "C'è una parte politica e anche territoriale di questo Paese – ha detto nel suo intervento - che l'autonomia non la vuole". "Dire - ha aggiunto - che questa riforma spacca il Paese è dire una cosa falsa. Mettere più benzina nel motore di chi va più veloce permette di fare camminare meglio anche tutti gli altri".
Accuse che non turbano affatto il ministro, arrivato a Novara in una tenuta assai poco “ufficiale”, in calzoncini corti di jeans e polo blu. "Mi accusano - ha detto ironizzando sulle polemiche - di voler dividere l'Italia: ma quello era il 'sogno' di qualche anno fa". "La verità - ha aggiunto - è che ci sono già adesso 12 regioni che mettono i loro soldi per mantenere 8 regioni che spendono di più di quello che ricevono di tasse".
Parlando a margine dell’evento, Calderoli ha anche confermato un altro obiettivo su cui c’è una certa attesa nei territori. “Il mio obiettivo – ha detto - è entro il 2024 ridare vita alle province, con l'elezione diretta del presidente da parte dei cittadini. L’intenzione è di farlo insieme alle Europee e alle Regionali e ad altre amministrative, cosa che dovrebbe determinare un’enorme partecipazione al voto"