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Economia | 11 luglio 2023, 17:45

Terzo trimestre 2023: le imprese del Vco continuano a pensare positivo

Ottimistiche le previsioni sulla produzione e sulla redditività, in calo la possibilità di ricorrere alla cassa integrazione, in leggera flessione le aspettative su occupazione e ordinativi

Terzo trimestre 2023: le imprese del Vco continuano a pensare positivo

Unione Industriale VCO ha di recente interpellato le sue aziende associate per raccogliere i dati utili a delineare l’analisi congiunturale previsionale per il terzo trimestre 2023: le imprese continuano ad essere cautamente ottimiste su quello che le attende tra luglio e settembre.

Si registra la sostanziale tenuta dei principali indicatori oggetto di analisi: in particolare migliorano le previsioni sulla produzione e sulla redditività e torna a diminuire l’aspettativa di ricorso alla cassa integrazione. Il perdurare del conflitto russo-ucraino infastidisce un po’ il buon andamento delle esportazioni, mentre il sempre elevato indice di inflazione non impatta in maniera rilevante sui consumi interni.

Dopo due trimestri consecutivi di crescita, cala un po’ l’ottimismo sull’occupazione, anche se quasi il 20% delle aziende interpellate prevede un incremento della propria forza lavoro e meno del 10% pensa di assistere a una sua diminuzione. Migliore dei trimestri precedenti il dato sul ricorso alla cassa integrazione, che passa dal 18,7% di aprile-giugno al 9,7% di luglio-settembre.

Incoraggianti le previsioni sulla produzione industriale: ben il 25,8% degli intervistati pensa che la capacità produttiva della sua azienda sia in aumento.

Ritorna ai livelli di fine 2022, in calo rispetto al primo semestre di quest’anno, la previsione sugli ordinativi totali, in particolare il dato riferito all’export, anche se, per due aziende su tre, il livello delle esportazioni riuscirà ed eguagliare quello del secondo trimestre 2023.

Le aziende del VCO non temono l’aumento dei prezzi di materie prime, energia, logistica e trasporti, previsti costanti rispetto a inizio 2023 dal 70% delle imprese. Addirittura il 15% di esse pensa a un’ulteriore diminuzione del prezzo dell’energia e delle materie prime, mentre il 32% teme un rincaro della logistica.

Anche per questo trimestre i dati emersi dalla nostra rilevazione ci tranquillizzano – ha affermato il Presidente di Unione Industriale VCO Michele Setaro – le forti preoccupazioni dei mesi scorsi sui rincari generalizzati, in particolare legati all’energia e alle materie prime, sono ormai solo un brutto ricordo, anche se l’inflazione elevata e il conseguente rialzo dei tassi di interesse turbano il panorama. Accolgo con molto favore il buon indicatore relativo alla produzione industriale e alla redditività e le previsioni al ribasso di ricorso alla cassa integrazione. Bene che 20 aziende su 100 pensino di assumere nuovo personale, dopo che il primo semestre dell’anno ha fatto registrare dati molto positivi in questo ambito. Quanto ai recenti provvedimenti governativi in materia di cuneo fiscale, valuto positivamente che siano state stanziate risorse per potenziare il taglio dei contributi per i lavoratori dipendenti con reddito fino a 35.000 euro: si tratta di un primo passo, che deve però diventare strutturale. Il DDL sulla riforma fiscale dà impulso alla crescita economica mediante la riduzione del carico fiscale, l’aumento dell’efficienza della struttura dei tributi e l’individuazione di meccanismi fiscali di sostegno a famiglie, lavoratori e imprese. Senz’altro apprezzabile l'impianto di una riforma organica sul fronte fiscale, ma è auspicabile una reale riduzione delle tasse sulle imprese in fase attuativa”.

A livello regionale, per le milleduecento aziende intervistate le previsioni sono un po’ meno rosee che nel VCO: a giugno si delinea un raffreddamento delle attese, motivato principalmente dalla netta frenata del comparto manifatturiero cui si contrappone il miglioramento del settore dei servizi. In tutto il Piemonte si pensa a un sensibile calo del ricorso alla cassa integrazione, mentre resta stabile la redditività e gli investimenti si mantengono su livelli elevati. Considerando i singoli comparti produttivi, rallenta la metalmeccanica e soprattutto la meccatronica, soffrono il tessile-abbigliamento e la carta-grafica. Bene invece l’alimentare, reggono gomma-plastica, legno, edilizia e impiantisti. Per quanto riguarda i servizi, in tutti i comparti i saldi sono decisamente positivi e in quasi tutti i casi si rafforzano rispetto alla precedente rilevazione.

Marco Gay, Presidente di Confindustria Piemonte, ha commentato così i nuovi dati congiunturali: «Le attese delle nostre imprese restano positive. Siamo al dodicesimo trimestre di crescita consecutiva dei tre indici principali per l'economia Piemontese: l’utilizzo degli impianti, +12,8% in tre anni; investimenti, +11,5% rispetto a dopo la pandemia; occupazione, con una crescita di 26,3 punti nel saldo ottimisti pessimisti. Un percorso che anche grazie alla riduzione del costo dell’energia, sta agevolando i programmi di sviluppo, come dimostra il ricorso alla Cig ai minimi storici.

Nella lettura delle previsioni dei nostri associati sono percepibili i timori legati ai due nostri principali mercati di riferimento, Germania e Francia. Così come pesano inflazione e aumento dei tassi.

Oggi più che mai diventa quindi ancora più urgente un piano Industria 5.0, che razionalizzi e stabilizzi gli incentivi esistenti per gli investimenti, consentendo alle imprese di programmare a medio-lungo termine. Integrando questo programma nel Pnrr con il supporto alle Pmi tecnologiche del piano europeo Sure 5.0, avremo anche messo basi importanti di supporto all’accelerazione dei percorsi formativi e di aggiornamento professionale. La crescente richiesta di competenze, legata alle transizioni in atto, è la chiave per aumentare produttività e attrattività delle nostre aziende e del nostro territorio».

C.S.

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