Un anno da favola per il polo delle rubinetterie e del valvolame del Cusio e borgomanerese, che nel 2021 ha fatto registrare una performance migliore rispetto a quello di Sassuolo, storico “rivale”, e a battuto anche la ceramica.
Il distretto delle province di Vco e Novara, oggi numero uno in Italia, può contare su 10 mila addetti, con un fatturato che viaggia verso i 5 miliardi di euro l’anno. Marco Fortis, direttore della Fondazione Edison, uno dei massimi esperti di economia del Paese, ha rimarcato come “in un periodo così difficile e complesso qual è quello che stiamo vivendo, il polo ha fatto segnare un aumento del 7,2%”.
Per comprendere quanto Suno, Borgomanero e San Maurizio d’Opaglio, dove hanno sede le principali aziende del settore, abbiano acquisito importanza, basterebbe forse valutare il fatto che la Germania e il suo modello, per decenni riferimento per la manifattura mondiale, si è trasferita a Borgomanero. “Un risultato – ha commentato Fortis – che è frutto dell’aggiornamento tecnologico che ha caratterizzato in questi anni l’intero comparto”.
Il polo del Cusio, la “Silicon Valley” del Vco e novarese, ha infatti puntato moltissimo sull’industria 4.0 e ora sta raccogliendone i frutti. Una potente iniezione di digitalizzazione che ha migliorato in modo sensibile l’intera produzione, elevandone gli standard a livello mondiale. Addio, dunque, ai vecchi capannoni di venti-trenta anni fa e largo ai sistemi tecnologici avanzati. Ora, però, si pensa già al prossimo futuro. Le difficoltà della pandemia si fanno sentire, anche se il 2022, al netto dell’emergenza socio-economica, promette comunque bene. Si guarda, solo per fare un esempio, al mercato americano, a tutt’oggi scoperto, per rafforzare ulteriormente le quote di export.