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Territorio | 04 maggio 2021, 15:33

Presidenza del Parco Valgrande, l'opinione di un lettore

Gentile direttore di VcoNews,

Le scrivo in merito all querelle in atto, che leggo su tutti i giornali locali il suo compreso, circa il rinnovo delle cariche in seno al parco nazionale Val Grande. Specifico che ho casa sul lago, ma non sono di qui. Sono, però, un amante delle montagne. Leggo prese di posizione pro Massimo Bocci, il presidente uscente (se sarà così) da parte di partiti e esponenti del centro sinistra e di associazioni che vi ruotano attorno. Mi pare di aver capito che il nodo della faccenda non sia tanto l’inadeguatezza del presunto sostituto, tal Luigi Spadone, ma il presupposto che Bocci debba, "per forza di cose" mi viene da scrivere, proseguire il suo impegno. Ora, specificando che non sto né con gli uni né con gli altri, che non conosco personalmente né Bocci né Spadone e che magari tra qualche giorno scopriremo tutti che alla guida del parco sarà nominato un terzo, la discussione in corso (quasi a senso unico, peraltro) mi pare essere testimonianza di un atavico male di cui soffrono tutte le piccole province italiane, luoghi dove una volta che uno occupa una sedia pubblica, quella stessa diventa sua per sempre. Qualcuno ricorda la famosa gag dell'attore comico Paolo Rossi? “Il pallone è mio… qui non si gioca più!”. Non sembra la stessa storia? Secondo chi protesta, se ho ben inteso, l’attuale presidente dovrebbe essere riconfermato perché ha lavorato bene. Affrontare l'ipotesi della sua eventuale dipartita pare essere delitto di lesa maestà. Certo, mi dico io, aver fatto il proprio dovere, è di sicuro un buon presupposto (il minimo essenziale), ma non per forza -immagino sempre io- l’unico. O sbaglio? In nome di quale legge, o anche solo di quale ragionamento improntato al buon senso, uno che ha ben portato a termine il proprio mandato, deve per forza andare avanti, altrimenti scoppia il putiferio? Non sarebbe più ovvio attendere le scelte del governo (se ho ben capito è una scelta che sarà fatta a Roma quella inerente il parco), poi eventualmente complimentarsi con Bocci, o con chi per esso perché il mio è un ragionamento a tutto tondo, e dopo aver messo ai raggi X il curriculum del nuovo venuto, augurargli buon lavoro e collaborare con lui? Anche solo in nome dell’alternanza che dovrebbe valere per tutti i ruoli pubblici di comando? No: nel Vco questo semplice assunto non funziona come altrove. E allora leggo le dichiarazioni al veleno del Pd, gli appelli del sindaco di Verbania, poi quelli di “tutti” i sindaci del territorio e, infine, lo sfogo a mezzo stampa dello stesso Bocci. Ogni ulteriore commento, caro direttore, mi pare superfluo: il nostro Paese è perseguitato da un’arretratezza culturale che mai potrà essere superata fino a che gli attori protagonisti della vita pubblica non cambieranno la loro forma mentis.

Lettera firmata

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