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Economia | 23 aprile 2021, 19:00

Personale Case di riposo, Uil Vco: “Turni pesanti e nessun riconoscimento e gli operatori vanno a lavorare nel pubblico”

“Ribadiamo la volontà di collaborare con le strutture per rallentare quella fuga verso l'Asl che tanto preoccupa”

Personale Case di riposo, Uil Vco: “Turni pesanti e nessun riconoscimento e gli operatori vanno a lavorare nel pubblico”

I direttori delle case di riposo hanno di nuovo lanciato un grido di allarme sulla situazione che si è venuta a creare dovuta al covid. Hanno sicuramente ragione quando lamentano la mancata copertura di posti vuoti e della lungaggine della burocrazia per l'eventuale entrata di nuovi ospiti, ancor di più se si considera che le quote regionali sono ferme dal 2013 nonostante gli aumenti dei costi siano aumentati sensibilmente, hanno ragione di lamentarsi con la Asl per il continuo attingere dalla case di riposo di personale infermieristico e Oss.

Quello che, ancora una volta, la Uil Fpl ritiene di porre all'attenzione dei direttori riguarda l'organizzazione ed il trattamento che alcune gestioni, siano cooperative o società, hanno verso il personale. Già alcuni mesi fa la Uil Fpl faceva notare come nonostante il personale fosse costretto a lavorare su turni pesanti ed avesse dato tutta la disponibilità possibile, in alcune realtà non vi è stato nessun riconoscimento, anzi, in alcuni casi non viene nemmeno rispettato il contratto nazionale, in altri si continua a lavorare in modo disorganizzato e si trovano tutti i motivi, anche futili, per comminare sanzioni disciplinari, senza tener conto che il personale dopo un anno di sacrifici e di turni massacranti possa avere dei momenti di stanchezza che portano a scarsa lucidità.

Se poi all'interno della stessa realtà si trovano dipendenti di ente pubblico che beneficiano di premi e dipendenti di cooperative che, invece, non hanno avuto nulla, ecco che le motivazioni della fuga di personale sono ampiamente spiegate.

La Uil Fpl, pur consapevole che l'organizzazione del lavoro sta in capo all'azienda, ribadisce la propria volontà di collaborare con le strutture, anche alla luce di quanto stabilisce il decreto regionale sulla possibilità che anche le case di riposo possano fare assistenza a domicilio, per concordare un modo per alleviare gli sforzi che il personale sta facendo e, non ultimo, il modo di riconoscerli anche economicamente, forse si riuscirebbe a rallentare quella fuga verso l'Asl che tanto preoccupa”.

Così in un comunicato Franco Borsotti, di Uil Fpl Vco.

 

C.S.

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