Lettera aperta del dottor Fabrizio Comaita sulla riorganizzazione ospedaliera del Vco.
“Sì, sono da sempre favorevole alla realizzazione del nuovo ospedale del Vco. Lo sono fin dal 2002, quando la regione Piemonte e il presidente della provincia, dottor Ivan Guarducci, lanciarono l’ipotesi di un nuovo presidio ospedaliero seguendo le indicazioni del professor Umberto Veronesi.
Ricordo ancora con emozione il progetto ispirato a quello dell’architetto professor Renzo Piano, che avrebbe potuto rappresentare un modello di eccellenza in Italia. Fu poi realizzato ad Asti…bellissimo!
Purtroppo, i campanilismi di allora frenarono quell’opportunità. All’epoca, da assessore del comune di Domodossola, mi opposi con determinazione – insieme al “Comitato Mamme” e a numerose associazioni di volontariato, guidate da “Insieme per un dono” – alla chiusura del punto nascita.
Furono giorni intensi: occuparono la sala consiliare, manifestarono in piazza, minacciarono il blocco delle ferrovie, realizzarono una catena umana di oltre 10.000 persone intorno all’ospedale San Biagio. E ancora, la “poppata in piazza”, per testimoniare quanti bambini nascevano a Domodossola: nel solo anno 2000 furono ben 502. Chiudere il punto nascita in attesa della costruzione del nuovo ospedale a Piedimulera fu, a mio avviso, un grave errore politico.
Mi auguro che oggi si agisca diversamente. Sono certo che l’assessore Riboldi si stia muovendo con attenzione: apriamo il nuovo ospedale e, solo successivamente, riconvertiamo ad altri usi le attuali strutture.
Nel 2002, a Domodossola, diventai il primo medico “gettonista” in Italia e, nel 2007, ideai il primo progetto di “country pediatrico”, un modello adottato in molte aree montane. Già allora l’Ossola viveva una carenza di medici, come altre zone disagiate.
Negli ultimi dieci anni, il fenomeno si è esteso anche alle grandi città, e la cooperativa sanitaria Pediacoop è oggi tra le più grandi in Italia. Abbiamo fornito professionisti a ospedali di eccellenza, come il Gaslini diffuso di Genova, il Sacco e l’Oftalmico Fatebenefratelli di Milano, e collaboriamo con strutture in numerose regioni, dalla Sicilia al Veneto, dalla Calabria alla Liguria, fino alla Basilicata, dal Piemonte alla Lombardia per non dimenticare gli ospedali di Roma e della Valle d’Aosta.
Durante la pandemia di Covid-19, questi medici hanno rappresentato un supporto vitale. Siamo stati definiti “eroi”: ricordo i viaggi solitari da un ospedale all’altro, i controlli della polizia, i saluti militari. Alcuni colleghi hanno perso la vita durante il servizio, altri sono stati vittime di violenza, come a Milano.
È tempo di guardare avanti, di superare il sistema dei “gettonisti”, come sottolinea il Ministro della Salute, on. Orazio Schillaci. I gettonisti non vanno però demonizzati: la loro esperienza, maturata spesso in contesti difficili, deve essere messa al servizio del Ssn attraverso progetti innovativi, vicini ai cittadini, nel solco di un Servizio Sanitario Nazionale pubblico, universalistico e sempre più moderno ed efficiente.
La proposta dell’assessore regionale Riboldi - condivisa da gran parte dell’arco politico locale e regionale ad iniziare dalle forze politiche del centro-sinistra fino ai vertici provinciali di Fratelli d’Italia - rappresenta non solo una scelta sanitaria ma anche una risposta politica al territorio. Per questo, accolgo con favore l’idea che individua in Domodossola o in Piedimulera la sede del nuovo ospedale.
Nel Vco non facciamoci sfuggire ancora una volta l’occasione di dare vita a un progetto sanitario di respiro ampio e strategico. È il momento di permettere ai nostri rappresentati nazionali, regionali e provinciali della politica di costruire, una volta per tutte, una provincia della concordia e non della discordia”.