Commemorazione congiunta, questa mattina, sotto la tettoia dell’Imbarcadero vecchio di Intra, di due pagine tragiche di storia locale: i bombardamenti del Cassinone, all’epoca come oggi popoloso quartiere di Intra, e l’affondamento del battello Milano. Una pagina, quest’ultima, ha annunciato il presidente del Comitato X febbraio Fabio Volpe, non ancora scritta del tutto: “Nel 2026 speriamo di recuperare la campana del Milano dallo scafo incagliato sui fondali della punta dell’Eden”.
Dopo i saluti istituzionali di Luciano Paretti, assessore alla Cultura, e del vicepresidente della Provincia, Rino Porini, la commemorazione è entrata nel vivo con Donatella Berna, che ha letto l’intervento scritto dal padre Ernesto allora dodicenne, uno degli ultimi testimoni viventi; del parroco di San Luigi, don Enrico Zeroli, e di Giovanna Agosti alla quale il comitato ha affidato l’orazione ufficiale.
Berna, per voce della figlia, ha ricordato la vita quotidiana del quartiere intrese sconvolta dalle bombe. Don Zeroli ha citato la riflessione della Conferenza episcopale italiana letta all’Università Cattolica di Milano: “Un testo che parla a voi (rivolto agli studenti di Vco Formazione presenti ndr). Scenari imprevedibili che s’aggiungono a situazioni personali contingenti: mancanza di lavoro, fragilità nei rapporti affettivi, disincanto e desiderio, incertezza sul senso da dare alla propria vita. Voi giovani siete il termometro di una società priva di speranza. Spesso si dice che i giovani sono il nostro futuro. No, siete il nostro presente con l’occhio al futuro”. “I morti del Cassinone – ha esortato concludendo il suo intervento Bersi - ci rendano operatori di pace, questo è il ricordo che voglio conserviate di questa giornata. Il nonno di mio padre morì a Caporetto. Oggi sui libri di storia sta scritto che l’Italia ha vinto quella guerra. Mi chiedo, e vi chiedo, se si può dire che una guerra sia stata davvero vinta da qualcuno”.