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Attualità | 21 marzo 2024, 15:00

La Corte dei Conti sancisce un forte ritardo del piano banda ultralarga, Uncem: "Servono azioni forti"

Il presidente Marco Bussone: "Si è perso nella burocrazia"

La Corte dei Conti sancisce un forte ritardo del piano banda ultralarga, Uncem: "Servono azioni forti"

"La Corte dei Conti sancisce oggi il forte ritardo del Piano banda ultralarga. Drammatico. Era partito nel 2016, con la presentazione alla Reggia di Venaria, poi entrato nei meandri dei ricorsi tra operatori a seguito delle gare effettuate da Infratel”. Così esordisce Marco Bussone, presidente nazionale Uncem (Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani), in una nota. “Alla base, vi era e vi è un punto politico decisivo. Lo Stato investe per garantire diritti di cittadinanza, in questo caso internet ad alta velocità, laddove gli operatori privati non arrivano. Virtuoso impegno del Paese. Peccato il piano si sia perso nella burocrazia. Non solo mancanza di manodopera come la Corte rileva. Il piano è cambiato. Usava fondi UE, dei FESR e dei PSR delle Regioni, insieme con fondi FSC statali, per portare la fibra in tutte le case. Non c'è mai arrivata. La fibra si ferma nei tombini e negli armadi stradali. Solo a richiesta degli utenti finali, privati cittadini e imprese, viene poi portata dagli operatori Telco in parete. Con mille problemi”.

“I vincoli e le resistenze mosse da province, città metropolitane, Anas, RFI per attraversare le loro reti, sono stati troppi e assurdi. Ancora oggi. I tempi sono esplosi – prosegue Bussone -. Nelle valli alpine e appenniniche, il Piano non è mai stato condiviso con i Sindaci, come Uncem aveva chiesto. Condividerlo da parte di Open Fiber e delle imprese, molte straniere, prima di scavare, avrebbe evitato giri assurdi fatti su base di mappe satellitari. E invece si è proceduto in astratto, senza neanche arrivare con la fibra alle torri, soluzione perfetta per poi rimandare i segnali wireless. Si è agito senza capire che se porto le ruspe a Dronero, per servire di BUL la Val Maira, ad esempio, devo lavorare subito in una logica di Valle, salendo, nel giro di qualche mese - ricordandosi che in montagna nevica e c'è il ghiaccio sulle strade per diversi mesi - fino ad Acceglio e Canosio. Invece no. Le ditte che ottengono il sub appalto vanno e tornano troppe volte per fare una valle. La logica territoriale, sovracomunale, non è stata colta. Come non è stata capita la ridondanza. Lo abbiamo visto con le ultime forti nevicate. Se cade un palo della linea in fondovalle, tutta la valle rimane senza rete. Lo abbiamo detto anche ai Prefetti, perché la ridondanza delle reti aeree in montagna è fondamentale. Ma non è stato colto. Aggiungo ancora che i costi di abbonamento, per i Comuni e le sedi pubbliche, come scuole, municipi e biblioteche, sono raddoppiati rispetto al pre-BUL. Per servizi che dovrebbero essere garantiti dallo Stato. Tutte questioni – conclude il presidente - che Uncem in sette anni ha sempre sollevato in tanti tavoli, con tanti Ministri, Parlamentari e Assessori regionali. Ora confidiamo nel Piano Italia 5G e nel Piano Italia 1Giga, finanziati dal PNRR. Perché il Piano BUL il divario digitale non l'ha risolto. Se non fosse stato per operatori privati di FWA, internet senza fili, andremmo ancora peggio".

Redazione

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