Il sito bianconero ‘TuttoJuve’ ha ricordato in questi giorni l’omegnese Antonio Bruna, dedicandogli un articolo nella rubrica che ricorda chi ha vestito la maglia bianconera.
Bruna, classe 1895, terzino, iniziò a giocare nell’Omegna Calcio dove rimase fino al 1919, anno in cui venne ingaggiato dalla Juventus. Con la squadra bianconera disputò sei stagioni consecutive dal campionato 1919-20 al 1924-25, collezionando novantasette presenze ed un gol.
Scrive ‘’TuttoJuve’’: ‘’Qualcuno lo vede all’opera e, presto, è invitato a indossare la maglia bianconera; tutto questo, avviene nel 1918, all’indomani della fine della Grande Guerra e alla ripresa dell’attività calcistica su scala nazionale. «Frutto di quella fertilissima terra di calciatore che è il novarese - scrive il “Paese Sportivo” alla fine del 1919 - costituisce con Novo un saldissimo duo difensivo. Instancabile, mobilissimo, sa meravigliosamente piazzarsi e con un encomiabile spirito di sacrificio riesce spesso a sventare pericolose discese avversarie. Al suo attivo di ottimo giocatore, può vantare un magistrale gioco di testa». Netu – così viene chiamato – si trova in difficoltà ad allenarsi a causa dell’impegno lavorativo presso la Fiat, poiché il caporeparto non ha nessuna intenzione di concedergli permessi per il football e così, con coraggio, Sandro Zambelli si rivolge direttamente al fondatore dell’azienda Giovanni Agnelli, ottenendo il sospirato nulla-osta. «Ancora più contento, quando lo seppe, fu Antonio Bruna – racconta Renato Tavella sul suo libro “Il romanzo della grande Juventus” – per il forte terzino potersi finalmente allenare qualche pomeriggio, costituiva oltre ad un’incredibile agevolazione per lui e la squadra un significativo riconoscimento alla sua valentia di giocatore. Tenace, puntiglioso e preciso, abile nel colpo di testa, il bruno e ben modellato atleta novarese era una di quelle persone cosiddette belle».