Cinque appuntamenti per raccogliere indicazioni su “Cosa serve a Verbania per vivere meglio?” in materia di offerta culturale potenzialmente in grado di incentivare il turismo. Di questo si discute dal 20 gennaio al 16 febbraio con la formula dell’Openspace technology, che consente ai cittadini interessati e alle associazioni operanti sul territorio di interagire.
L’iniziativa, coordinata dalla Biblioteca Pietro Ceretti, è stata presentata dal direttore, Andrea Cassina, e dall’assessore alla Cultura, Riccardo Brezza. A gestire gli incontri in calendario saranno due associazioni milanesi, “Ascolto Attivo” e “Codice”, che già collabora con il Consorzio servizi sociali del Verbano.
Sedi degli incontri sono luoghi simbolo delle più importanti iniziative culturali verbanesi. Innanzitutto Villa Giulia, dove sabato 20 gennaio si parla di “Cosa serve a Verbania per vivere meglio?”. Poi la biblioteca, martedì 30 gennaio, con un incontro su “Il ruolo delle organizzazioni culturali”. Sabato 10 febbraio a Villa Simonetta con “Come favorire la partecipazione agli appuntamenti culturali”; infine venerdì 16 febbraio allo Spazio Sant’Anna la seconda edizione di Verbania Bookforum su “Il digitale ci cambierà?” e, soprattutto, la sottoscrizione del “Patto cittadino per la cultura”.
“È la conclusione – spiega Brezza – del percorso partito con la partecipazione di Verbania al concorso per il riconoscimento di Capitale italiana della cultura. Un successo, l’approdo in finale, che non doveva rimanere fine a sé stesso ma diventare il punto di partenza per il Patto cittadino per la cultura, obiettivo che stiamo per raggiungere con la firma del 16 febbraio”.
L’ultimo appuntamento, in data ancora da stabilire, è “Ripensare il parco di Villa Maioni” per il quale, rivela Cassina, “una data provvisoria già esiste, sabato 24 febbraio. Presenteremo il progetto di riqualificazione del parco occupato dal parco delle camelie e la riqualificazione, già realizzata, di “Un posto dove sto bene”, spazio riservato alla fascia dagli 11 ai 14 anni”. Sono i locali già occupati dal Museo della religiosità popolare di palazzo Biumi Innocenti.