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Economia | 09 dicembre 2023, 09:20

Superbonus: dalla grande accelerata allo stop forzato

Confartigianato: ”Servono modalità di uscita che attenuino l’impatto. L’edilizia è in grado di far girare l'economia”

Superbonus: dalla grande accelerata allo stop forzato

“Il comparto edile rappresenta il 48% delle imprese artigiane e pertanto crisi dell’edilizia significa crisi dell’artigianato.” Con queste parole Confartigianato descrive la grandissima preoccupazione delle imprese artigiane del Piemonte per come si sta concludendo l’esperienza superbonus 110.

Il Superbonus è stato un “booster” straordinario che ha prodotto una ricaduta di diversi miliardi di euro. Da una analisi dell’Ufficio Studi di Confartigianato emerge infatti che la produzione e l’occupazione di un significativo numero di settori produttivi dipendono in misura consistente, e in alcuni casi pressoché totale, dall’attività del settore delle costruzioni, che effettua acquisti di beni e servizi dall’80% dell’insieme dei settori economici.

“L’edilizia è in grado di far girare l'economia e di generare esiti moltiplicativi che hanno ricadute positive sul mercato grazie ad effetti diretti (il settore stesso e tutti quelli che, a monte o a valle, sono ad esso collegati perché forniscono materie prime, semilavorati e servizi), indiretti (la catena di azioni e reazioni indotta dalla produzione del prodotto costruzioni) e indotti (dovuti ai maggiori redditi che alimentano una spesa in consumi finali che a sua volta richiede maggiori produzioni)”.

“Manca circa un mese alla fine dell’anno ed il problema dei cantieri condominiali che rischiano di non essere finiti in tempo potrebbe non essere il più grave. La leva moltiplicatrice, che tanto ci ha agevolato sino ad ora, porterà ad una flessione altrettanto importante una volta che si chiuderà definitivamente il 110% e le conseguenze già si vedono. Stanno frenando bruscamente settori come: Prodotti e materiali da costruzione, Metalmeccanica e Metallurgia, ma anche i produttori di beni durevoli per la casa (Elettrodomestici e Mobili, dopo l’exploit degli anni pandemici) ed il Trasporto. Il blocco contro il quale si sta per schiantare l’edilizia attiverà impulsi negativi che si rifletteranno e si amplificheranno all'interno del sistema economico su moltissimi settori”.

“E’ assolutamente necessario individuare una rapida soluzione alle centinaia di cantieri che, anche in virtù del caos normativo e applicativo dello strumento, non riusciranno a terminare i lavori in tempo utile. E, pur condividendo la necessità di chiudere la stagione del 110% va aperta subito una riflessione seria sul futuro dell’efficientamento degli edifici in Italia. Per recuperare i ritardi accumulati è assolutamente necessaria una proroga tale da permettere una conclusione ordinata alla misura, che eviti la perdita improvvisa di centinaia di migliaia di posti di lavoro causata dalla sicura interruzione di migliaia di cantieri che potrebbe derivare dall’insorgere di un enorme contenzioso tra condomìni e imprese e scongiuri la corsa forsennata già in atto per finire i lavori, con conseguente rischio sia per la sicurezza dei lavoratori coinvolti sia per la qualità degli interventi eseguiti. Una proroga limitata per i soli interventi che dimostrino un concreto avanzamento del cantiere potrebbe risolvere tutti questi problemi con un costo contenuto per le casse dello Stato, di gran lunga inferiore a quello del caos sociale ed economico che si determinerebbe lasciando invariata la scadenza a dicembre. La Legge di bilancio deve offrire una soluzione concreta a un problema che riguarda da vicino migliaia di lavoratori, famiglie e imprese che in buona fede hanno avviato i lavori e ora rischiano di trovarsi in gravi difficoltà”.

“In uno scenario di prossimo futuro, in cui la spinta che ha trainato l’edilizia si attenuerà si osserverà una contrazione delle disponibilità di cassa delle imprese, che certo non ambiscono a diventare accumulatrici seriali di crediti fiscali”.

comunicato stampa

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