A distanza di circa un mese dalla prima indagine, in questi primi giorni di agosto siamo tornati dai negozianti di Verbania che, come in tutto il Piemonte, stanno praticando i saldi estivi, i primi, va ricordato, senza restrizioni dopo i due anni di emergenza Covid. Ma, lo diciamo subito, se nel corso della nostra mini inchiesta di luglio avevamo raccolto pareri di commercianti più o meno soddisfatti e speranzosi ieri, invece, il bilancio non è stato positivo. Secondo la maggior parte degli intervistati, non si sarebbero viste vere e proprie code davanti ai negozi per accaparrarsi sconti e occasioni.
“Le cose non stanno andando come dovrebbero anche per colpa del troppo caldo” ci dice il titolare di un negozio di scarpe di Intra. Eppure, secondo le indagini a livello nazionale, si stanno acquistando soprattutto calzature, indicate dal 67% del campione. Seguono maglie, magliette, canottiere e top (66%), mentre al terzo posto ci sono gonne e pantaloni (41%). “Qui i saldi sono all'insegna dell'incertezza", ha commentato un secondo negoziante a VcoNews, rimarcando come “sulla scarsa propensione agli acquisti da parte dei verbanesi stiano pesando caro-bollette ed emergenza prezzi”.
Per il Codacons le vendite durante il periodo di sconti rimarranno al di sotto dei valori pre-Covid, con una spesa media a famiglia che si attesterà attorno ai 165 euro. Un terzo commerciante dichiara al riguardo: “La situazione economica caratterizzata dai forti rincari dell'energia, dall’inflazione alle stelle e dai carburanti in continua salita influisce sulle scelte dei consumatori, portandoli ad una maggiore prudenza negli acquisti e a contenere il budget da dedicare ai saldi”. Tuttavia, almeno per quanto riguarda Verbania che dista a pochi chilometri dal confine elvetico, il ritorno dei turisti svizzeri e tedeschi ha alleviato le pene. “È vero – dice un commerciante – nel complesso però le vendite non saranno sufficienti a recuperare il gap con il passato. “Posso lanciare un appello attraverso VcoNews? Invitiamo i verbanesi e non soltanto loro a comprare nei negozi fisici, non solo per una maggiore qualità dell'acquisto, ma anche per contribuire alla ripresa economica delle imprese e alla rivitalizzazione delle città e dei piccoli borghi”.