Quattordici fiammelle accese sull’altare della chiesa di Stresa: a ricordare le vittime della tragedia di domenica scorsa al Mottarone. Il simbolo di quella che il parroco don Gian Luca Villa ha definito ‘’una morte improvvisa ma ingiusta’’.
Lo ha fatto nella messa celebrata ieri sera a ricordo della vittime della funivia, in una chiesa affollata con i carabinieri ed i vigili del fuoco in fila tra i corridoi dai banchi a rappresentare la presenza di tutti coloro che erano intervenuti domenica sul pendio della morte.
‘’Sia fatta chiarezza - ha detto don Villa - e sia fatta giustizia per questa tragedia umana. La responsabilità di pochi è diventata una metastasi del male. Abbiamo il cuore spezzato e la voragine di sofferenza dei familiari. Cuori spezzati da una cicatrice apertasi domenica, nel giorno della Pentecoste. Eravamo qui a celebrare messa alle 11 quando dopo poco quella cabina è diventata una babele infernale. E in quella cabina c’erano persone che venivano da tutto il mondo. Oggi non si deve puntare il dito contro Dio ma verso le responsabilità umane’’.
Il parroco di Stresa ha letto la lettere del Papa e poi i nomi delle 14 vittime.
‘’Un fatto che ha segnato Stresa - ha aggiunto - come quel 19 giugno 1948 quando annegarono 12 persone nel lago. Allora i barcaioli ne salvarono molte altre ed anche oggi altri soccorritori sono accorsi per cercare di salvare vite umane per questi li ringraziamo. Ora preghiamo per il piccolo ricoverato in ospedale: diventi la memoria di quanto accaduto''.