È da rifare la votazione sull’iniziativa popolare “Le vittime di aggressioni non devono pagare i costi di una legittima difesa”, primo firmatario il giornalista di Losone Giorgio Ghiringhelli, fondatore del movimento d’opinione “Il Guastafeste”, bocciata di misura il 9 febbraio dell’anno scorso, col 50,26% di no. Il Tribunale federale di Losanna, nei giorni scorsi, ha infatti accolto il ricorso di Ghiringhelli che contestava l’opuscolo informativo diffuso all’epoca dal Consiglio di Stato il cui contenuto avrebbe condizionato l’esito della votazione. Il governo cantonale ne ha preso atto fissando una nuova data, il 26 settembre prossimo per la nuova votazione.
“Il ricorso – si legge nel comunicato col quale il Consiglio di Stato prende anno della sentenza – verteva sull’opuscolo informativo trasmesso alla cittadinanza in vista della votazione, e in particolare sull’affermazione che l’iniziativa popolare avrebbe comportato una disparità di trattamento e la violazione del diritto federale. Secondo il Tribunale federale, questa informazione è inesatta: durante i lavori parlamentari, infatti, erano stati espressi dubbi e perplessità sul rispetto di questi principi, senza che fossero accertate violazioni. La corte ha poi esaminato la campagna che ha preceduto la votazione, rilevando che le affermazioni contestate dai ricorrenti non sono state controbilanciate sufficienza per riequilibrare l’informazione”.
Soddisfatto, ma fino ad un certo punto, Ghiringhelli: “Soddisfatto perché questa sentenza dovrebbe garantire che in futuro il Consiglio di Stato si guarderà bene dal diffondere informazioni fuorvianti in occasione di una votazione”. Perdite evitabili se, suggerisce, il parlamento di Bellinzona approvasse il controprogetto presentato da “Il Guastafeste” nel 2019 e bocciato dal Gran Consiglio. In questo caso l’iniziativa passerebbe senza chiamare di nuovo i ticinesi alle urne.