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Attualità | 02 maggio 2021, 19:20

“Al voto a 16 anni? Perché no! Io saprei dove mettere la X sulla scheda elettorale”

Divide la proposta del segretario del Pd Letta di far votare i minorenni. Nostra inchiesta tra i giovani del Vco

“Al voto a 16 anni? Perché no! Io saprei dove mettere la X sulla scheda elettorale”

Divide, e non potrebbe essere altrimenti, la recente proposta del segretario del Pd Enrico Letta di concedere il voto ai minorenni. Da una parte i favorevoli, convinti che per alimentare il fuoco della democrazia non serva guardare la carta d’identità, dall’altra chi ritiene che coinvolgere chi ha 16 anni nella scelta dei futuri governanti del Paese sia una mossa azzardata. Di certo le giovani generazioni a causa dell’emergenza pandemica stanno vivendo un momento storico particolare, che forse solo chi ha vissuto l’ultima guerra è in grado di capire (l'unica differenza sono le armi: allora erano “fucili”, oggi è un virus). Disorientati e danneggiati dalla didattica a distanza, in astinenza di socialità, come ha già scritto qualcuno, e impossibilitati a guardare al domani con fiducia, i nostri figli e le nostre figlie stanno patendo più di altri il Covid-19. E noi tutti abbiamo l'obbligo di far qualcosa. Far parlare i giovani, tutto sommato, dovrebbe essere un bene, no? Avere le idee chiare (o anche solo mezze chiare) già a 16 o 17 anni significa crescere in una famiglia e in un contesto sociale dove la parola “politica” non è tabù, dove parlare di politica altro non significa che ragionare insieme sul presente e sul futuro.

La battaglia di Letta, o l'ossessione di Macron, come è già stata definita da alcuni alla luce del fatto che lo stesso segretario Pd l'ha rilanciata di recente dopo gli anni trascorsi in mezzo ai ragazzi di Parigi dov’era direttore della Scuola di Affari internazionali dell'istituto di studi politici, rappresenta comunque un passo per ragionare in questa direzione. Votare alle elezioni prima di diventare maggiorenni potrebbe aiutare dunque i più giovani a crescere in maniera più consapevole? Il nostro Paese è pronto per questo cambiamento epocale? Noi di VcoNews lo abbiamo chiesto ad alcuni ragazzi e ragazze del territorio, che hanno raccolto l'appello del giornale, offrendoci una serie di interessanti spunti di riflessione. In generale, lo anticipiamo, emerge una scarsa conoscenza della materia. E questo, nolenti o volenti, è un punto a favore di chi schiera contro la proposta Letta. “Io non ho le idee ancora così chiare – dice Lorenzo, 17 anni, studente del liceo Classico – ma so che non voterei Salvini”. Gaia, 21 anni, sa il fatto suo: “Il problema è che la scuola non ci forma come dovrebbe, perché non dedicare una parte delle ore di lezioni a spiegarci la res pubblica? Io sono favorevole al voto ai minorenni, ma le istituzioni del nostro Paese, a partire appunto dal mondo scolastico, sono pronte a fare la loro parte?”. Per Sara, 16 anni, “il problema è che io penso che la maggior parte dei miei coetanei non sia né pronto né interessato”. Francesca, 17 anni: “Io ho la fortuna che familiari e parenti si interessano di politica locale e nazionale, per cui sono cresciuta in un contesto che ha in qualche modo favorito il mio approccio. Sì, saprei dove mettere la X sulla scheda elettorale e non voterei lo stesso partito cui appartengono mia madre e mio padre”.

In Europa, per la cronaca, la prima a compiere questo passo è stata la Germania negli anni ’90, quando lo stato tedesco della Bassa Sassonia abbassò il limite di età a 16, ma soltanto per le regionali. I primi a consentire il voto ai 16enni per le elezioni politiche sono stati gli austriaci nel 2007. Ne sono seguiti diversi altri. Arriveremo anche noi italiani a percorrere questa strada? Saremo capaci ad affrontare il dibattito prescindendo dalle opinioni politiche? Fossimo in Letta, non staremmo sereni.

Redazione

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