Ogni volta che si parla di ristoranti stellati si diffonde una strana atmosfera. “Quella è roba solo per ricchi, per gente che ha soldi da buttar via”, “Io mangio divinamente in trattoria con 30-40 euro”: spesso mi sento rispondere così mentre racconto di servizi realizzati nei locali di chef pluripremiati e dove si spende quasi mezzo stipendio per una cena.
Ed è vero. Abbiamo la fortuna di vivere in una regione dove si mangia bene quasi ovunque e a prezzi abbordabili. Ma l’avere, in Piemonte, 40 ristoranti stellati è una ricchezza da non sottovalutare.
E’ stato infatti calcolato in 53 milioni di euro il valore economico indotto che ricade sul territorio da questi locali premiati. Non stiamo parlando solo degli incassi degli “stellati”, ma della spesa sostenuta dagli ospiti negli hotel, nei bar, nelle enoteche, nei negozi gourmet, nei servizi. Insomma, chi viene in Piemonte per mangiare da uno chef famoso, non si limita a consumare il lauto pasto e pagare il salato conto, ma – quasi sempre – fa un giro per la città, fa acquisti, sovente prende contatti per poi tornare… è una ricchezza per tutto il territorio.
Tra qualche settimana, in novembre a Modena, verranno resi noti gli stellati 2024. Attualmente il Piemonte è quarto nella classifica per regioni, dopo Lombardia, Campania e Toscana, con il 10 per cento dei Premi Michelin in Italia.
La nostra quota salirà o scenderà? Chissene….? Assolutamente no! Non è soltanto una classifica per ricchi, ma – come abbiamo cercato di spiegare - è fonte di reddito per l’intera regione.
Quel che è quasi certo è che Torino, ancora una volta, non avrà il massimo riconoscimento con un ristorante 3 stelle. Alla città manca un due stelle dal 1995, cioè da quasi 30 anni. E parliamo della Vecchia Lanterna. L’ennesima dimostrazione delle difficoltà che sta vivendo il capoluogo piemontese, e della poca attrattiva che ha, per gli investitori del settore ristorazione, rispetto ad altre zone del Piemonte.