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Attualità | 25 novembre 2022, 08:15

Anche il Vco al meeting europeo degli allevatori: “Rivedere la tutela incondizionata dei lupi”

L'incontro è in programma il 29 novembre in Francia. Otten: “Le associazioni sostengono l'importanza di declassamento del livello di protezione poiché la specie non è minacciata d'estinzione”

Anche il Vco al meeting europeo degli allevatori: “Rivedere la tutela incondizionata dei lupi”

Ci sarà anche una rappresentanza del Comitato Salvaguardia Allevatori Vco al meeting europeo degli allevatori in programma il 29 novembre a Saint-Jean-de-Bournai, vicino a Lione. L'incontro, al quale partecipano associazioni di allevatori di 11 Paesi europei, “per fare il punto della situazione sulle problematiche predatorie ma anche civili derivanti dalla presenza dei lupi” spiega la presidente del Comitato Gesine Otten.

Uno dei principali punti in discussione è la richiesta all'UE di una tutela del lupo che non sia assoluta. “Tutte le associazioni presenti -sottolinea Otten- sostengono l'importanza di declassamento del livello di protezione di tali predatori ormai in continuo aumento e non affatto minacciati d'estinzione. In tutte le nazioni servono politiche nuove per permettere una vera salvaguardia dell'allevamento pastorale. Oggigiorno, di fronte alla sempre più massiccia presenza di predatori, è estremamente necessario 'salvare' gli allevatori che utilizzano sistemi di pascolo estensivo, producono prodotti sostenibili, 'producono' benessere animale, biodiversità, ed agrobiodiversità. Per permettere ciò, serve urgentemente il declassamento dei lupi. Da Nord a Sud, in Italia, i lupi ormai sono presenti quasi ovunque ed ovunque arrecano gravi danni agli allevamenti sia di ovicaprini che di bovini ed altre specie quali cani domestici ed equini. Non esiste in Italia gestione attiva, solo monitoraggio passivo. I lupi sono ad ora superprotetti.

“Il numero ufficiale di lupi presenti in Italia secondo un monitoraggio dell'inverno '20-'21 -così la presidente del Comitato Salvaguardia Allevatori Vco- era di circa 3300 (ca. 1000 sulle Alpi e ca. 2000 nella penisola). Trend in aumento. Secondo le associazioni di allevatori le cifre ufficiali sono assai sottostimate. Non esiste in Italia una statistica delle predazioni strutturata ed omologata a livello nazionale, ma il problema maggiore è ancora alla base: una gran parte delle predazioni non viene denunciata alle Asl per vari motivi. Non esistono perciò statistiche capaci di descrivere l'impatto predatorio dei lupi sull'allevamento in Italia. Le realtà in Italia sono molto varie per tipologie di allevamento, di territorio e di clima da Est a Ovest, da Nord a Sud. Hanno in comune una cosa: dove ci sono lupi, là ci sono grossi problemi. Troppi, per un settore che deve affrontare e giostrarsi già tra molte altre incidenze di vario genere”.

“Vari progetti finanziati dalla UE in Italia -conclude Otten- non hanno saputo risolvere né i problemi delle predazioni, né i problemi dell'ibridazione (molto forte specie nel centro-sud con percentuali fino al 70% di individui ibridi nella popolazione di lupi toscana), né hanno saputo aumentare l'accettazione nei confronti di questi animali nocivi. I lupi sono sempre più numerosi e sempre più dannosi. Diversi abitati ed alcune cittadine d'Italia sono ormai zone di caccia di branchi di lupi. I lupi sono 'amati' soprattutto da chi vive lontano da essi e non ha a che farci. Il primo meeting pubblico dell'Unione Euroea degli allevatori a Lione sarà un'occasione per fare un quadro di tutta la situazione europea in tal senso”.

Il 29 novembre l'Italia sarà rappresentata da portavoce da Salvaguardia Rurale Veneta, Associazione Difesa Rurale della Lombardia, Comitato Salvaguardia Allevatori VCO, Comitato Pastori d'Italia. Apac (Alleanza Pastori Aurunci e Ciociari del Lazio) e Rete Appia.

Redazione

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