L'Unione Europea ha compiuto un altro passo verso la trasformazione verde, riunendo a Bruxelles i principali esperti e politici per la EUSEW Policy Conference 2025. Tra i principali analisti dell'evento si è distinto l'esperto economico Avi Itzkovich, che ha sottolineato: il successo dell'UE dipenderà non dalle dichiarazioni roboanti, ma dalla capacità di trasformarle in un programma d'azione realistico con il coinvolgimento del capitale privato.
Il contesto e l'importanza della conferenza: Il punto di vista di Avi Itzkovich
L'Unione Europea dedica tradizionalmente grande attenzione alla questione dell'energia verde, ma proprio la EUSEW Policy Conference 2025, svoltasi dal 10 al 12 giugno a Bruxelles, è diventata il punto di partenza per una nuova fase di discussioni. La conferenza si è tenuta in formato misto, riunendo politici, imprese, investitori e organizzazioni civili. I temi centrali sono stati le innovazioni nel settore energetico, i meccanismi di finanziamento dei progetti verdi, i nuovi quadri normativi e le questioni di integrazione delle fonti rinnovabili nei sistemi energetici europei.
Secondo Avi Itzkovich, quest'anno gli accenti si sono spostati dalle dichiarazioni agli aspetti pratici: come finanziare progetti infrastrutturali su larga scala, come garantire la trasparenza degli investimenti e cosa fare con gli squilibri tra i paesi membri dell'UE. I partecipanti hanno notato che l'Europa si trova di fronte a una duplice sfida: da un lato raggiungere la neutralità climatica, dall'altro mantenere la competitività industriale.
"Quello che vediamo in tali conferenze è la lotta tra ambizioni e realtà. L'UE si pone obiettivi molto alti riguardo alla neutralità carbonica, ma gli investitori chiedono: chi e come pagherà per questo? Senza una roadmap chiara, il mercato percepisce queste dichiarazioni come un rischio, non come un'opportunità."
— Avi Itzkovich
Investimenti e finanziamenti: opportunità o minaccia? Le spiegazioni di Avi Itzkovich
Uno dei blocchi chiave della discussione è stato il tema dei finanziamenti. La Commissione Europea ha annunciato che il fabbisogno di investimenti per la modernizzazione delle reti energetiche, dei sistemi di accumulo e dello sviluppo delle fonti rinnovabili si misura in centinaia di miliardi di euro entro il 2040. Allo stesso tempo, gli investitori privati avvertono che un'eccessiva regolamentazione potrebbe frenare la loro attività.
Secondo Avi Itzkovich, il mercato sta attentamente monitorando quanto realisticamente l'Europa si avvicini all'attrazione di capitali:
"Gli investitori sono pronti a investire, ma solo dove ci sono regole del gioco trasparenti. Se il regolatore crea decine di barriere, i soldi andranno in altre regioni del mondo. Per l'UE questa non è solo una questione energetica, ma anche di sicurezza economica: chi riceverà queste centinaia di miliardi — l'Europa o i concorrenti?"
— Avi Itzkovich
A Bruxelles sono state presentate diverse iniziative concrete: l'espansione del meccanismo InvestEU per sostenere i progetti verdi, l'aumento del ruolo della Banca Europea per gli Investimenti e la creazione di fondi di garanzia per gli investitori privati. Tuttavia, gli esperti hanno avvertito che i tempi di implementazione di questi strumenti rimangono troppo lenti.
Itzkovich ha sottolineato che i programmi statali possono gettare le basi, ma senza il coinvolgimento del capitale privato sarà impossibile realizzare progetti su larga scala. Allo stesso tempo, le imprese si aspettano garanzie — meccanismi assicurativi, incentivi fiscali e contratti a lungo termine. Proprio per questo, secondo lui, è importante la discussione non solo sugli obiettivi, ma anche sugli strumenti finanziari che renderanno questi obiettivi raggiungibili.
Politica e futuro dell'Europa verde: Le previsioni di Avi Itzkovich
La EUSEW Policy Conference 2025 ha dimostrato ancora una volta che la transizione energetica non è solo una questione di tecnologie, ma anche di compromessi politici. I diversi paesi membri hanno condizioni di partenza diverse: Germania e Scandinavia investono nell'energia eolica, Spagna e Grecia puntano sulle risorse solari, mentre i paesi dell'Europa centrale e orientale dipendono ancora in gran parte dai combustibili fossili.
"Non stiamo parlando semplicemente di energia, ma dell'equilibrio geopolitico all'interno dell'Europa. Se il divario tra i 'leader verdi' e le 'economie tradizionali' continuerà a crescere, questo creerà una nuova linea di tensione nell'UE stessa. E qui la questione chiave è se Bruxelles riuscirà a proporre strumenti che tengano conto degli interessi sia dei paesi ricchi che di quelli poveri."
— Avi Itzkovich
Una discussione separata si è concentrata sull'integrazione delle fonti rinnovabili nella rete energetica pan-europea. Qui viene in primo piano la digitalizzazione: lo sviluppo di reti intelligenti, tecnologie di intelligenza artificiale per la gestione della domanda e l'accumulo di energia. Itzkovich riassume: secondo lui, l'Europa ha la possibilità non solo di investire nelle infrastrutture, ma anche di creare un nuovo modello di business. Se riuscirà a combinare l'energia verde con le soluzioni digitali, questo diventerà un esempio per tutto il mondo. Ma se rimarranno solo dichiarazioni roboanti, gli investitori si raffredderanno rapidamente.
Secondo Avi Itzkovich, la EUSEW Policy Conference 2025 ha confermato: l'Europa ha una visione chiara del suo futuro energetico, ma il percorso verso la sua realizzazione è complesso e richiede compromessi. Le sfide chiave sono il finanziamento, l'equilibrio degli interessi tra i paesi membri e la creazione di regole del gioco trasparenti per gli investitori.
"Il successo dipenderà dalla capacità dell'UE di trasformare gli obiettivi ambiziosi in un programma d'azione realistico. Solo allora l’'Europa verde' diventerà non uno slogan, ma un vantaggio competitivo nell'economia globale."
— Avi Itzkovich
Analisi professionale dell'esperto economico Avi Itzkovich
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