Sanità - 31 luglio 2025, 19:30

"Dopo 25 anni finalmente una svolta per il Vco"

Quaretta: "Ora si mette al primo posto la salute dei cittadini, non il consenso elettorale"

"Dopo 25 anni finalmente una svolta per il Vco"

Ci sono voluti più di venticinque anni, ma finalmente, nel Verbano Cusio Ossola, il dibattito sulla sanità sembra essere arrivato a un punto di svolta. Una svolta che, nelle parole di Augusto Quaretta, già presidente della Conferenza dei Sindaci dell’Asl Vco, “mette finalmente al primo posto le persone, non il tornaconto personale o elettorale”.

Nel suo intervento, Quaretta ripercorre i momenti chiave di un dibattito che per anni ha rallentato – e in alcuni casi bloccato – il processo di riorganizzazione del sistema sanitario provinciale. Un dibattito segnato da campanilismi, promesse politiche inconcludenti e un crescente impoverimento dei servizi a fronte di strutture sempre meno in grado di garantire condizioni di lavoro adeguate per gli operatori e cure efficienti per i cittadini.

“Già all’epoca del primo progetto del nuovo ospedale del Vco – racconta – si percepivano i primi segnali di crisi. I medici e gli infermieri non avevano mai smesso di fare il loro lavoro con professionalità, ma era il sistema a cedere. Serviva un cambiamento forte, coraggioso e responsabile”.

A quel tempo, l’unica struttura a essere oggetto di una parziale trasformazione fu l’ospedale Madonna del Popolo di Omegna, che grazie a un accordo pubblico-privato mantenne un futuro operativo, pur sacrificando parte della propria storia. Il resto del territorio, invece, rimase fermo, ostaggio di una politica divisa tra promesse contraddittorie e paure localistiche.

“Ricordo gli incontri in cui presentavo il progetto del nuovo ospedale a Piedimulera. Era moderno, pronto, funzionale. Eppure mi sono trovato di fronte a un muro. Chi aveva il potere di decidere, preferiva non esporsi, dire tutto e il contrario di tutto. E così, anno dopo anno, l’Asl continuava a perdere risorse, e curarsi diventava sempre più difficile”.

Eppure, dice oggi Quaretta, nonostante l’amarezza per il tempo perduto, prevale un senso di soddisfazione. Perché, finalmente, la scelta di procedere verso un nuovo modello sanitario condiviso pare non essere più in discussione. “Non ho mai cambiato idea in tutti questi anni – sottolinea – non perché avessi chissà quale visione, ma perché bastava ascoltare: i cittadini, i medici, le associazioni. Bastava smettere di pensare alla prossima elezione, e iniziare a pensare al bene comune”.

Non rivendica nulla, non cerca riscatto. Anzi, si dice poco interessato oggi a quale sarà, fisicamente, il luogo dove nascerà il nuovo ospedale. “Che sia Piedimulera o un altro spazio tra Verbano, Cusio e Ossola, non è importante. In questi anni ho viaggiato ovunque per far curare al meglio i miei cari. Ora voglio solo credere che finalmente si sta scegliendo per la comunità”.

Il suo intervento si chiude con un messaggio chiaro e sobrio: “Questa non è una vittoria politica. E non dovrebbe mai diventarlo. È una questione di rispetto. Di dignità. Di umanità”.

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Redazione

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