Turismo - 27 giugno 2025, 18:40

L'attesa è finita: i Castelli di Cannero riaprono le porte ai visitatori

Dopo oltre dieci anni di lavori, a partire da sabato 28 giugno sarà possibile ammirare le fortificazioni quattrocentesche costruite sul lago Maggiore

L'attesa è finita: i Castelli di Cannero riaprono le porte ai visitatori

Dopo tanti anni di lavori di restauro, il momento tanto atteso è finalmente arrivato: sabato 28 giugno i Castelli di Cannero tornano ad aprire le porte ai visitatori. Il nuovo sito culturale, situato nel comune di Cannobio, va dunque ad arricchire ulteriormente l’offerta turistica di Terre Borromeo e del Vco.

Un progetto, quello del restauro conservativo dei castelli, durato oltre un decennio e che restituisce alla collettività un luogo di straordinaria valenza storica, architettonica e paesaggistica. Situati su due suggestivi isolotti rocciosi, gli antichi complessi fortificati quattrocenteschi, che includono la rocca principale e l'edificio delle prigioni, rinascono come un "museo di sé stessi". L'approccio al restauro, curato dallo studio Simonetti Architettura (Torino), è stato guidato dal rispetto profondo della rovina e dell'identità storica del sito, evitando ogni forma di ricostruzione che avrebbe alterato l'autenticità delle strutture. L'obiettivo è stato preservare l'immagine materiale e immateriale della fortezza, rendendola parte del presente senza sacrificarne i significati e i valori storici.

Il lungo percorso di recupero, che la proprietà Borromeo ha iniziato a progettare nel 2011, ha richiesto ingenti risorse economiche e un'approfondita campagna di indagini. L’opera è stata realizzata attraverso un investimento di circa 15 milioni di euro, con il contributo del ministero per i beni e le attività culturali per il turismo (soprintendenza archeologica Belle Arti e Paesaggio per le provincie di Biella, Novara, Verbano Cusio Ossola e Vercelli) e di Intesa Sanpaolo. I Castelli di Cannero assumono ora una collocazione culturale sospesa nel tempo e unica nel suo genere: dopo decenni di abbandono, l’edificio rinasce proponendo ai visitatori l’esperienza dell’approdo. Per 500 anni quello che fu un luogo inavvicinabile diventa un museo in cui ripercorrere, attraverso la tecnologia, le vicende storiche di una rocca che fu teatro di intricate vicende belliche e di importanti trasformazioni attraverso i secoli fino ad oggi. Studi documentari e archivistici, ricerche tematiche sulle strutture e una campagna archeologica durata quasi quattro anni hanno permesso di ricostruire la genesi del monumento e le sue trasformazioni storiche fino al completo restauro della rovina. La fragilità delle strutture ha richiesto lunghi lavori di consolidamento e messa in sicurezza per renderla fruibile al pubblico.

l.b.

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